Audit Civico® all’Istituto Ortopedico Galeazzi

Elena Bottinelli e Giuseppe Banfi
Audit Civico® al Galeazzi di Milano
Elena Bottinelli e Giuseppe Banfi, rispettivamente ad e direttore scientifico dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi

Il lavoro di Cittadinanzattiva per valutare la qualità dell’offerta sanitaria di strutture ospedaliere, Regioni e Penisola nel suo insieme si basa principalmente sul lavoro di volontari formati, professionisti e sul coraggio delle stesse strutture sanitarie che danno il loro benestare a collaborare. Tra queste, ve n’è almeno una nuova: l’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano che ha deciso di aprire le sue corsie all’audit civico®, progetto dedicato ai cittadini e al loro benessere.
Il progetto vede la collaborazione di Cittadinanzattiva nazionale e Cittadinanzattiva della Lombardia. L’idea è di analizzare il livello di attenzione alla persone dell’Istituto per capire quali sono le aree di miglioramento: si cercherà quindi di capire quanto i pazienti e i loro famigliari si sentano informati, assistiti e curati, quale sia il livello di presa in carico e continuità assistenziali, quale l’attenzione al dolore e quale l’impegno per sviluppare l’empowerment. Le rilevazioni verranno effettuate tramite un questionario rivolto ad alcuni responsabili della struttura e tramite osservazione diretta.
L’ingegner Elena Bottinelli, ad dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi, ha dichiarato: «L’Istituto Galeazzi si è attivato volontariamente e ha sposato il progetto di Cittadinanzattiva allo scopo di capire come i cittadini percepiscono alcuni servizi. Questa collaborazione ci permetterà di avere una visione più completa del nostro operato, da un punto di vista civico».
Alla voce di Bottinelli si unisce quella del professor Giuseppe Banfi, direttore scientifico dell’Istituto: «Faremo tesoro di quanto emergerà nel corso dell’Audit Civico® per continuare il nostro percorso di umanizzazione delle cure. Si tratta di uno stimolo importante, che favorisce l’apprendimento reciproco, il dialogo con i pazienti e la trasparenza», aggiunge il professore.

Stefania Somaré