Big data e sanità digitale: un legame imprescindibile

Le sfide che la società occidentale deve affrontare sono sempre più complesse e necessitano di risposte complesse. Lo stesso vale per le sfide sanitarie, tra cui la gestione della cronicità, l’ampliamento della prevenzione attraverso il cambiamento di stili di vita e tanto altro ancora. Ecco quindi che saper analizzare i big data diventa di vitale importanza: incrociando fonti anche eterogenee, questi dati riescono a individuare modelli comportamentali, nuovi sistemi valoriali e strumenti che ancora ignoriamo, utilizzando spesso la strada della controintuizione. L’analisi dei big data può fare emergere soluzioni che altrimenti, seguendo le solite vie del pensiero, non potrebbero palesarsi. Di questo è convinto Nicola Ruggero, vicepresidente di Anitec (Associazione Nazionale Industrie Informatica, Telecomunicazioni ed Elettronica di Consumo) che ha dichiarato: «l’analisi dei big data diventa particolarmente rilevante quando si parla di sanità e questo perché le tecnologie digitali applicate all’ambito sanitario consentono un monitoraggio sempre più costante sia delle strutture sia dei pazienti, all’interno di percorsi di cura sempre più dedicati. Tutto ciò, ove abbinato alla potenza della rete internet a banda ultralarga, trasforma di fatto, almeno in parte, “il paziente in ospedale, in laboratorio scientifico e in medico di sé stesso” grazie alla generazione dell’informazione in tempo reale e alla gestione delle conseguenti analisi e percorsi terapeutici». Ovviamente tutto questo fluire di informazioni richiede una particolare attenzione alla sicurezza e alla privacy. Riprende Nicola Ruggero: «in questo momento diventa ancora più importante garantire la sicurezza del dato, la protezione dello stesso lungo i canali di comunicazione e la certezza che esso non sia impropriamente manipolato. È un chiaro esempio di come l’innovazione digitale cambi in meglio la vita di tutti noi, ma allo stesso tempo spinga la frontiera dell’industria e dell’etica verso scenari nuovi richiedendo di ridisegnare l’architettura dei sistemi sanitari».