Con gli ultrasuoni l’anestesia è visibile

Solo dal 2006 in Italia si è iniziato a integrare l’ecografo nella pratica quotidiana dell’anestesista sia per le tecniche di anestesia periferica sia per il posizionamento degli accessi vascolari. Tale integrazione è stata determinata dal progresso tecnologico degli ecografi dal punto di vista della qualità delle immagini e della semplificazione d’uso. Con gli ultrasuoni la procedura anestesiologica, prima eseguita mediante un neurostimolatore, è diventata “visibile “con la visualizzazione delle strutture nervose; così si può ottimizzare la tecnica in tutta sicurezza per il paziente. Oggi circa il 40-50% degli ospedali italiani possiede un ecografo per il servizio di anestesia o comunque disponibile nel reparto operatorio, per l’esecuzione di blocchi nervosi in anestesia e terapia del dolore e il posizionamento di accessi vascolari.