DDL responsabilità professionale: finalmente è legge

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Il decreto legge sulla responsabilità professionale è diventato legge il 28 febbraio, dopo che anche la Camera ha votato favorevolmente il testo già licenziato dal Senato. Voti a favore 255, voti contrari 113.
Vediamo i punti salienti del documento. Prima di tutto, da oggi tutte le aziende ospedaliere pubbliche e private dovranno assicurarsi per responsabilità civile contro terzi e verso tutti gli operatori sanitari che con esse collaborano. Per quanto riguarda i collaboratori, compresi i liberi professionisti, dovranno avere una polizza assicurativa per colpa grave. Altro aspetto importante è quello delle colpe. Il documento stabilisce infatti che il singolo professionista sanitario potrà essere chiamato in causa in sede penale solo per colpa grave, purché dimostri di avere rispettato le buone pratiche clinico-assistenziali e le raccomandazioni previste dalle linee guida nazionali e internazionali. In sede civile le cose cambiano: in questo contesto, infatti, tutti i collaboratori di una struttura sanitaria e la struttura stessa rispondono con responsabilità contrattuale, mentre chiunque operi a qualsiasi titolo nella struttura risponde con responsabilità extracontrattuale.
Cardine della legge resta però la formazione: i medici dovranno infatti essere in regola con il programma di Educazione Continua in Medicina. Questo aspetto sarà importante anche per la stipula dell’assicurazione professionale.
Commenta Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group, che tutela circa 100 mila medici: «questa legge consente di disciplinare la responsabilità professionale degli operatori sanitari con una nuova normativa che riporterà serenità nel rapporto tra medico e paziente, dando a quest’ultimo opportunità di ottenere eventuali risarcimenti in tempi certi e rapidi. Per il personale sanitario diventa sempre più importante essere adeguatamente formati e rispettare l’obbligo ECM in modo tale da poter beneficiare di vantaggi e bonus a livello assicurativo». Diventa, infatti, compito dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità, istituito presso l’Agenas, quello di effettuare il monitoraggio delle buone pratiche per la sicurezza delle cure nonché per la formazione e l’aggiornamento del personale esercente le professioni sanitarie. Conferma Francesco Bevere, direttore generale di Agenas: «l’Osservatorio, previsto dal provvedimento sulla responsabilità professionale appena approvato in via definitiva, prevede un modello di rete integrato e multilivello che consentirà di raccogliere e sistematizzare tutti i dati relativi agli eventi avversi e ai rischi sanitari con l’obiettivo di individuarne le cause ed evitare che possano ripetersi. Per fare questo continueremo a lavorare con il Ministero della Salute, con gli esperti regionali, con le società scientifiche, le associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie e le associazioni dei cittadini, affinché l’elaborazione di linee di indirizzo e di misure idonee per la prevenzione e la gestione del rischio sanitario siano responsabilmente condivise, a tutti i livelli di responsabilità. Con questo obiettivo, verranno anche promossi percorsi di formazione specifici in tema di gestione del rischio clinico e di sicurezza delle cure. La creazione di questa rete di conoscenze coordinata dall’Osservatorio istituito presso Agenas, costituisce l’infrastruttura ideale per rendere omogeneo il comportamento di tutti gli operatori verso un approccio innovativo della gestione del rischio e della prevenzione degli eventi avversi, che consenta anche di rendere disponibili a tutti le numerose esperienze e le buone pratiche già realizzate presso molte regioni italiane».

Stefania Somaré