Eseguita la prima gastro-entero-anastomosi per via eco-endoscopica in Europa

Un primato tutto italiano, in particolare siciliano, quello ottenuto dall’Ismett – Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione di Palermo. Qui si è svolta infatti la prima gastro-entero-anastomosi per via ecoendoscopica europea, una tecnica innovativa sperimentata negli Usa e capace di trattare pazienti con tumori avanzati non operabili determinanti ostruzione gastro-duodenale. La tecnica utilizzata da Ismett è stata in parte modificata rispetto a quella statunitense per essere più sicura ed efficace. La tecnica consiste nell’ancoraggio diretto, sotto guida ecoendoscopica e radiologica, dello stomaco all’ansa intestinale a valle dell’ostruzione. Questo ancoraggio avviene mediante l’utilizzo di un dispositivo dedicato con rilascio di una speciale protesi metallica, posizionata tra la parete gastrica e quella intestinale, con formazione di una anastomosi gastro-enterica. Fino a oggi questo tipo di intervento si è sempre eseguito con tecnica laparoscopica, con rischi di complicanze intorno al 20% e tempi di degenza post operatoria molto lunghi, in media superiori a venti giorni. Con questa tecnica il rischio cala e anche i giorni di degenza post operatori: il paziente sottoposto a questa procedura, affetto da ostruzione neoplastica duodenale, ha lasciato l’ospedale dopo soli quattro giorni dall’intervento.
«L’impiego di tecniche innovative eco-endoscopiche, in sostituzione della chirurgia», sottolinea Ilaria Tarantino che, insieme al Mario Traina, responsabile dell’Unità di Gastroenterologia, ha eseguito l’intervento, «è in linea con il moderno approccio terapeutico attraverso tecniche mininvasive alla patologia digestiva. Ed è in tale direzione che lavora il team dell’Ismett, con lo sviluppo di interventi di eco-endoscopia interventistica che consentono il trattamento di patologie prima strettamente chirurgico, come le necrosectomie endoscopiche in pazienti con sequele di pancreatiti severe, i drenaggi biliari (coledoco-duodenostomia) nei casi non risolvibili con le tecniche endoscopiche tradizionali e il drenaggio della colecisti (colecisto-enterostomia) in pazienti con colecistiti acute ma ad alto rischio operatorio».

Stefania Somaré