Fisioterapisti in Pronto Soccorso: il progetto pilota nel Lazio

Un progetto pilota vedrà lavorare in team il fisioterapista con il medico di emergenza e urgenza in Pronto soccorso. L’iniziativa, a partire dal prossimo, anno vedrà lavorare fianco a fianco i fisioterapisti dell’Ordine regionale del Lazio e i medici della Società Italiana di Medicina d’emergenza-urgenza della Regione.

Del progetto, si è discusso nel corso del congresso regionale Simeu Lazio dal titolo “Il valore della medicina d’emergenza e urgenza. Vision, Mindset, Skills and Innovation”. 

«Si tratta» ha spiegato la presidente di Ofi Lazio, Annamaria Servadio «di un progetto innovativo sia per la professione di fisioterapista in Italia, ma anche e soprattutto per il nostro sistema sanitario, un progetto che riesce a mettere a terra da subito un’innovazione organizzativa con il fisioterapista inserito all’interno dell’ambito dell’emergenza- urgenza. Abbiamo condiviso questo progetto con Simeu Lazio sin dall’inizio, è stato un lavoro intenso, partito da una revisione della letteratura non solo da un punto di vista di modelli organizzativi a livello internazionale, per capire come inserire oggi il fisioterapista all’interno della rete d’emergenza-urgenza del Lazio in un progetto sperimentale, ma anche effettuando una revisione di scopo soprattutto sulle misure di outcome utilizzate dai fisioterapisti in questo ambito».

Obiettivi del progetto

Come spiegato dalla presidente Ofi Lazio, gli obiettivi del progetto riguardano i codici minori, ovvero 3,4, e 5 orientati prevalentemente sui disordini muscolo scheletrici con una attenzione verso la fascia più anziana della popolazione. Gli obiettivi rispondono all’invecchiamento demografico e all’aumento di disordini muscolo-scheletrici e della cronicità che nel 2050 sarà esponenziale.

Ha, inoltre, aggiunto che la necessità per il futuro sarà quella di avviare «una profonda revisione dei modelli organizzativi relativi alla cura e assistenza e che vedono oggi le prime azioni concrete a partire dalla messa a terra del DM 77 dove la fisioterapia sarà fondamentale e la valutazione fisioterapica sin dal momento dell’emergenza urgenza, potrà essere uno degli anelli strategici di congiunzione di quel modello delle transitional care che vede anche il fisioterapista tra i maggiori protagonisti per quanto riguarda l’autonomia funzionale e la disabilità ma non solo». 

Servadio aggiunge: «Con questo modello potremmo avviare già dal Pronto soccorso i piani terapeutici, con una fotografia che il fisioterapista esegue, per quanto riguarda la propria competenza, in ambito di disabilità e autonomia funzionale». 

«Noi» dichiara il segretario Simeu Lazio, Gabriele Valli «abbiamo un problema con la medicina d’urgenza, dobbiamo un po’ ridefinire anche il ruolo del medico urgentista all’interno del Sistema sanitario. Ormai il Pronto soccorso è diventato l’anello di congiunzione tra il territorio e l’ospedale. Il territorio deve prendere sempre più importanza e il medico d’urgenza ha il ruolo chiave di regia di questo sistema, avvalendosi di tutte le professionalità di cui possiamo avere bisogno e che possono giocare un ruolo all’interno del Pronto soccorso. In questo senso la proposta dell’Ofi Lazio e dei fisioterapisti in Pronto soccorso, oltretutto sostenuta anche da evidenze internazionali piuttosto forti, rientra esattamente in questa nostra idea di medico d’urgenza: la possibilità di avere anche la professionalità del fisioterapista all’interno del Pronto soccorso potrebbe quindi risolvere moltissime situazioni, soprattutto in quell’area di pazienti che vengono in Pronto soccorso pur essendo accessi evitabili».

Valli ha, inoltre, sottolineato che la presenza del fisioterapista possa aiutare a ridurre i tempi d’attesa.

Il modello

La presidente OFI ha illustrato il modello che verrà utilizzato. «Noi pensiamo di sperimentare per essere attuativi e, ovviamente, mettere a terra in maniera immediata il progetto, di inserire il fisioterapista all’interno del team del medico d’urgenza. Questo ci consente di attuare il modello on demand, quindi il modello di consulenza diretta accanto al medico d’urgenza, che tra l’altro è un modello che già, di fatto, nel Lazio viene sperimentato da alcune aziende perché già ci sono alcuni fisioterapisti inseriti nell’ambito degli ospedali per acuti e che svolgono già prevalentemente questa funzione, ovviamente non direttamente in Pronto soccorso ma, ad esempio, nei posti letto di medicina d’urgenza. Questo potrebbe dunque essere il modello organizzativo da attuare che non prevede al momento competenze avanzate e che non ruba spazio ad altri professionisti, ma consegna un valore alla medicina d’urgenza in primis e sicuramente ai cittadini. Questo, non lo nascondiamo, dà un valore importante anche ai nostri professionisti, alla professione di fisioterapista in Italia».

«Lo sforzo vede in maniera concreta l’integrazione tra la parte pre-ospedaliera, e possiamo anche dire la parte territoriale, e la parte ospedaliera: ci stiamo parlando, ci stiamo confrontando, stiamo avendo anche una buona attenzione da parte delle istituzioni». Spiega il presidente della Simeu Lazio, Carlo Gaetano Claudio Piccolo «Tutto questo fa sì che possiamo vedere alcuni progetti, come la telemedicina o l’ambulanza connessa, in maniera non solo propositiva, ma anche avendo la sensazione che lavorando assieme, passo dopo passo riusciamo a ottenere alcuni risultati. Alcune collaborazioni, come ad esempio quella recente con l’Ordine dei fisioterapisti del Lazio, che a un primo impatto potrebbe apparire un po’ fuori dal contesto, quando la si approfondisce in maniera concreta, tenendo presente che si tratta di una situazione che avvieremo in maniera sperimentale, si capisce che stiamo provando ad affrontare l’argomento, dell’emergenza-urgenza pensando in prima battuta al paziente che necessita anche di alcune cose apparentemente fuori dal sistema dell’emergenza-urgenza».

Sinergia per la medicina d’urgenza

Nel corso del XII Congresso regionale Simeu Lazio si è discusso dello stato dell’arte della medicina d’urgenza. Il presidente dell’evento, Giulio Maria Ricciuto, ha sottolineato il carattere di multi professionalità che contraddistingue i team di lavoro

«Una medicina d’urgenza votata all’innovazione, al cambiamento, alla nuova organizzazione e che richiede una mentalità nuova, una mentalità votata alla multidisciplinarità e alla multiprofessionalità. Ormai non si può più parlare di medico d’urgenza che fa tutto, ma di medico d’urgenza che è presente come team leader di una squadra che si presenta con tante discipline e tante professioni. E in questo si iscrive anche questa bellissima ricerca che stiamo varando insieme all’Ordine dei Fisioterapisti del Lazio per inserire in Pronto soccorso una nuova figura, quella del fisioterapista».

Ricciuto ha, infine, rivolto lo sguardo verso il futuro della professione.

«Da questi e altri bellissimi progetti di ricerca nuovi partiti dal congresso regionale Simeu e che prenderanno il via nei prossimi mesi nasce la nuova medicina d’urgenza regionale, una medicina d’urgenza che abbia finalmente lo spazio che richiede, lo spazio di cui ha bisogno, lo spazio che si traduce in strutture in cui i cittadini possano essere tranquilli di avere la migliore assistenza possibile nel loro peggior momento, ovvero quando si recano in Pronto soccorso».

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