Gli italiani vogliono più telemedicina

Gli italiani vogliono più telemedicina
Fiammetta Fabris

Osservatorio Sanità di UniSalute ha condotto un’indagine per capire quale sia l’approccio degli italiani alla telemedicina su un campione di 400 casi rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, compresa tra i 30 e i 65 anni d’età, sesso e area geografica.
I risultati sono positivi: secondo l’80% degli intervistati la telemedicina porterebbe molti vantaggi, soprattutto in termini di tempo e denaro (32%) e di maggiore efficacia delle terapie a casa (17%).

Secondo il 51% del campione, la telemedicina dovrebbe divenire una routine, mentre per il 43% dovrebbe essere incrementato, ma coordinato a visite mediche periodiche. Allo stesso tempo, ancora in molti non hanno mai utilizzato un telemonitoraggio, per esempio, e non conoscono persone che lo abbiano fatto (57%) e circa 1/3 degli intervistati ne ha sentito parlare ma non ha ben chiaro di cosa si tratti.

Secondo Fiammetta Fabris (nella foto), amministratore delegato di UniSalute, «le patologie croniche colpiscono il 40% della popolazione, dato destinato ad aumentare nei prossimi anni. In un periodo storico in cui le persone sono molto più abili nell’utilizzare la tecnologia e molto più coinvolte rispetto al passato riguardo la loro salute (grazie all’utilizzo, per esempio, di internet), occorre sfruttare questo momento per diffondere la telemedicina e programmi di cura personalizzati, anche a distanza. UniSalute, per esempio, con Monitor Salute, offre un servizio di monitoraggio a domicilio di alcune patologie croniche attraverso device. Un servizio innovativo, unico sul mercato, che facilita la rilevazione periodica dei parametri clinici e aumenta l’empowerment del paziente».

Stefania Somaré