Il biotestamento, la legge 219/2017 e la Regione Toscana

Il biotestamento, la legge 219/2017 e la Regione Toscana
Stefania Saccardi

Il 31 gennaio scorso è entrata in vigore la legge 219/2017 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”. La questione passa ora alle Regioni, che devono tradurla in realtà.
Così ha fatto Regione Toscana con la delibera del 3 aprile di Stefania Saccardi, assessore alla Salute, “Umanizzazione delle cure e autodeterminazione del cittadino: primi indirizzi per l’attuazione della legge 219/2017”.

Spiega proprio Saccardi: «la Toscana è tra le prime Regioni a dare corso alla legge sul biotestamento. Una legge di grande civiltà, che abbiamo inserito nel quadro più complessivo delle cure del fine vita, poiché riteniamo che il sistema sanitario, anche laddove non possa curare, debba però prendersi cura della persona fino all’ultimo momento di vita. Quindi la delibera affronta il percorso complessivo di aiuto, sostegno e accompagnamento al paziente nell’ultima fase della sua vita». Fondamentale, nel percorso individuato, il ruolo del MMG, cui spetta il compito di informare i cittadini toscani maggiorenni rispetto ai loro diritti. Inoltre, perché le DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) siano valide, il cittadino deve prima essere informato sulle conseguenze delle scelte che intende assumere.
Per creare il percorso migliore sono stati coinvolti gli ordini dei notai e degli avvocati, l’Anci; i cittadini e i gruppi di etica.
Inoltre l’idea è di inserire le DAT anche nel Fascicolo Sanitario Elettronico per rendere più fruibili ai cittadini. L’idea è che questi possano scegliere quando sono ancora in salute, quando possibile.

Che cosa accadrà ora?
I prossimi 30 giorni sono di attesa, per così dire. Alla fine di questo periodo, l’assessorato darà indicazioni alle aziende sanitarie su come raccogliere e registrare le volontà dei cittadini.
La volontà della Regione è di trovare, tramite l’intesa con il notariato e l’Anci toscana, una armonizzazione delle procedure operative di raccolta, conservazione e fruizione delle DAT. Sempre per favorire il processo di raccolta, la Regione ha ideato un modello per la raccolta delle DAT, utilizzabile dal medico.
Ovviamente, le DAT non scadono e possono essere modificate nel corso della vita. Sebbene nascano per dare modo al cittadino di esprimersi rispetto al come vorrebbe essere curato in determinate situazioni, le DAT danno modo di indicare anche volontà successive, come il fine vita e il trattamento del corpo nel post mortem.
Da sottolineare che al medico, che deve tenere conto della volontà del paziente, resta comunque il compito di far sì che egli soffra il meno possibile.

Stefania Somaré