Il Nuovo Centro di Protonterapia di Trento

Attivo da poco più di un anno, il centro si aggiunge a quelli di Catania (Lns-Infn) e Pavia (Cnao): equipaggiato con la più aggiornata tecnologia per i trattamenti radioterapici con protoni, è uno dei fiori all’occhiello della sanità trentina.

La protonterapia consiste nell’impiego di un fascio di particelle subatomiche pesanti (dette adroni e, nello specifico, i protoni) per trattamenti oncologici, in luogo delle particelle leggere (fotoni, elettroni) normalmente utilizzate nelle tradizionali unità operative di radioterapia.

I protoni presentano infatti livelli di energia e selettività più elevati e permettono il trattamento di neoplasie di difficile irradiazione (per forma e/o dimensioni e/o posizione), oppure poco rispondenti alle altre terapie e, in generale, nei casi in cui sia di vitale importanza risparmiare i tessuti sani (critici) circostanti.

In aggiunta o in sostituzione ai normali trattamenti radioterapici, chirurgici e farmacologici, il Centro di Protonterapia di Trento offre perciò un’ulteriore opportunità clinica a un ristretto (al momento) ma significativo numero di pazienti. Oltre a costituire una delle eccellenze della sanità tridentina, il centro permetterà inoltre l’effettuazione di ricerche in ambito scientifico anche in altri campi quali, per esempio, la biologia e l’ingegneria aerospaziale.

In questa intervista il dott. Maurizio Amichetti, direttore medico dell’Uo di Protonterapia, presenta il centro.

Giuseppe La Franca