Il Ssn secondo cittadini e medici

Il 65% dei medici di medicina generale pensa che il Servizio sanitario nazionale sia a rischio sostenibilità finanziaria, mentre il 25% ha fiducia nel futuro, a patto di eliminare alcune criticità. I cittadini, invece, si dicono insoddisfatti del Ssn, con differenze sul territorio: se al nord-est e al nord-ovest il voto è 6,4, al Centro è 5,3 mentre al Sud e nelle Isole scende a 4,9. È quanto emerso in sintesi da due indagini del Centro Studi Fimmg e di Doxa presentate al convegno “Allarme sostenibilità del Ssn. Considerazioni e proposte delle forze politiche che si candidano a governare il Paese”, svoltosi presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati. Il sondaggio del Centro Studi Fimmg ha coinvolto oltre duemila medici, ne è risultato che l’82,2% ritiene necessaria una rimodulazione di funzioni e competenze regionali in materia sanitaria (il 12% addirittura ne vorrebbe l’abolizione). Secondo il 94,1%, poi, in campagna elettorale le forze politiche dovrebbero chiarire come intendono affrontare l’eventuale riorganizzazione del Ssn. L’indagine Doxa, invece, ha coinvolto mille cittadini stratificati per età e area geografica. Il 42% definisce cattiva la qualità delle cure (al Sud si arriva al 57%), mentre per il 76% le cause dei problemi della sanità sono la cattiva politica e la corruzione. Il 53% pensa che le competenze in materia sanitaria debbano tornare sotto la diretta responsabilità dello Stato (al sud si sale al 73%). Per finire, gli italiani sono contrari all’introduzione di nuovi ticket: l’86% dice no al ticket per accedere al medico di famiglia, il 76% a quello sul pronto soccorso, l’81% a quello sul ricovero e il 59% a quello sui farmaci.