Inaugurato il nuovo percorso nascita di Fondazione Poliambulanza

Panoramica_TINIl nuovo Percorso Nascita di Fondazione Poliambulanza di Brescia, inaugurato alla presenza del ministro della Salute Lorenzin, presenta diverse interessanti novità. Anzitutto assume le caratteristiche proprie del modello indicato dai provvedimenti di programmazione sanitaria nazionale e regionale, a partire della dimensione dell’attività (circa 2.700 nati/anno), requisito riconosciuto come migliore garanzia per tutelare la sicurezza dell’evento parto e la qualità dell’assistenza materno-infantile. Poliambulanza è infatti il settimo punto nascita in Lombardia. Tra gli elementi distintivi di Fondazione Poliambulanza “in rosa”, la presa in carico a 360 gradi delle future mamme, che qui hanno la garanzia di un modello assistenziale e organizzativo d’eccellenza, all’avanguardia nelle tecnologie mediche disponibili.

Sala taglio cesareo

Il nuovo blocco parto
Il nuovo Blocco Parto è costituto da cinque sale travaglio/parto, due sale per il taglio cesareo, il Pronto Soccorso Ostetrico e gli Ambulatori di Ostetricia. Tutte le sale parto (ognuna misura circa 30 m2) sono predisposte per l’installazione di una vasca parto, al momento presente in due sale.
La possibilità di richiedere l’anestesia epidurale senza oneri a carico della paziente è garantita 24 ore su 24, 7 giorni su 7, come previsto dalla normativa regionale (previa esecuzione di una valutazione anestesiologica gratuita). L’equipe (medico, ostetrica, anestesista, neonatologo), sempre presente, permette una gestione one to one ostetrica-gravida nel travaglio fisiologico.
L’area parto è presidiata da una postazione di sorveglianza dove il personale medico e ostetrico gestisce il flusso delle pazienti e verifica lo stato di avanzamento dei parti. Presso la postazione di sorveglianza è presente una centrale di monitoraggio cardiotocografico nella quale convergono tutti i monitoraggi delle pazienti presenti in sala parto o astenteria monitorizzata, consentendo al personale medico e ostetrico di sorvegliare costantemente le partorienti e verificare, in tempo reale, il benessere materno fetale.

Sala parto colore

L’obiettivo del nuovo Blocco Parto è garantire alle partorienti il massimo livello di comfort, prestando attenzione alle loro esigenze e proponendo diverse modalità di parto per metterle a proprio agio durante il travaglio.
Ogni sala parto ha un sistema di gestione delle luci ambientali, per incidere sullo stato emozionale (le partorienti possono scegliere il colore preferito. Inoltre, le future mamme possono usufruire di un sistema di diffusione sonora personalizzato collegando il proprio smartphone all’impianto della sala parto stessa.
Dopo il parto, sia naturale sia cesareo, è favorito il contatto tra mamma e neonato e l’immediato attaccamento al seno. Ogni donna che partorisce in Poliambulanza può scegliere il rooming in o affidare il neonato al nido.
In Poliambulanza l’incidenza di cesarei primari del 20,2%, contro una media nazionale del 25,7% (fonte: Agenas). La proporzione dei cesarei è uno degli indicatori di qualità più usato a livello internazionale: gli studi dimostrano che i bambini nati con cesareo hanno un rischio maggiore di asma, malattia respiratoria neonatale e meno probabilità di allattamento al seno; per la mamma, invece, aumentano le complicanze legate all’intervento chirurgico come rialzi di temperature, embolie, infezioni, aderenze cicatrizali oltre a un maggior rischio di placenta accreta nelle gravidanze successive.
Le due sale operatorie dedicate sono state realizzate con pannelli che permettono accessibilità agli impianti, modularità e flessibilità e ripristinabilità delle pareti stesse. Le lampade scialitiche hanno un sistema automatico di autofocus e annullamento delle ombre. I pensili sono stati posizionati in modo da avere la maggior parte delle apparecchiature sospese per migliorare l’ergonomia della sala e avere la massima rapidità nel ripristinare la sala dopo un intervento chirurgico. Ampio spazio è stato dedicato alle aree di preparazione e risveglio. La contiguità con la Terapia Intensiva Neonatale garantisce massima velocità di intervento in caso di problemi nel neonato; infine, l’astanteria di Pronto Soccorso ostetrico permette un monitoraggio più attento delle eventuali problematiche che hanno portato le partorienti al Pronto Soccorso.

Culla ibrida

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All’inaugurazione era presente il ministro Lorenzin

La Terapia Intensiva Neonatale
La nuova TIN ha venti posti letto, di cui sei di terapia intensiva e due di isolamento, presidiati da due postazioni di sorveglianza medico-infermieristica; esiste anche un’area dedicata alle cure igieniche e al bagnetto dei neonati. La dotazione tecnologica è in linea con i massimi livelli qualitativi: monitoraggi multiparametrici e ventilatori che consentono di attuare tutte le modalità di ventilazione invasiva e non invasiva e di supporto ventilatorio; inoltre, l’UO è in grado di assistere 24 ore su 24 i piccoli che richiedono trattamento ipotermico o con ossido nitrico per via inalatoria. Ogni postazione è dotata di pensili modulari a doppio braccio che consentono la massima flessibilità nel posizionamento delle utenze tecnologiche e di accogliere i sistemi di monitoraggio, cartella clinica e apparecchiature di ventilazione, oltre ai sistemi infusionali e alla connessione di eventuali apparecchiature supplementari; si completa inoltre con termoculle di nuova generazione, alcune delle quali possono essere usate in sala parto durante le prime manovre di rianimazione per ridurre i possibili disagi creati da continui spostamenti e manipolazioni. Il reparto si avvale anche di tecniche fisioterapiche e osteopatiche.

Centro di Ricerca Eugenia Menni
Il CREM di Fondazione Poliambulanza, creato nel 2002 all’interno dell’ospedale come luogo di studio e ricerca dedicato a colei che volle fortemente un centro di ricerca accanto a una struttura ospedaliera con l’obiettivo di integrare due realtà ormai indistinguibili della medicina moderna: il progresso scientifico e l’assistenza.
Sotto la guida della prof.ssa Ornella Parolini, il centro è stato pioniere, quindici anni fa, nel pensare a un potenziale uso clinico di cellule staminali derivate da placenta. Un modo etico di sfruttare quello che in medicina è chiamato “materiale di scarto” per offrire nuovo orizzonti alla ricerca di cure per diverse patologie.
Oggi il CREM è riconosciuto a livello internazionale per le competenze e il contributo scientifico in tale settore. La ricerca condotta al CREM ha permesso di ottenere risultati importanti in modelli preclinici quali ischemia cardiaca, fibrosi epatica e polmonare e malattie autoimmuni. Sempre dal CREM parte l’idea di potenziare la ricerca in questo settore creando una società scientifica internazionale, l’International Placenta Stem Cell Society (Iplass), della quale Parolini è stata uno dei fondatori e primo presidente nel 2009 e rieletta nel 2014.