Indagine Netics: i nostri ospedali mancano di Unified Communication Technology

ucNel corso del Forum dell’Innovazione per la Salute “S@lute 2016”, svoltosi il 10 novembre, sono stati presentati durante l’intervento Mitel i risultati di un’indagine condotta dall’Osservatorio Netics sul tema “Unified Communication & Collaboration in Sanità. Verso lo Smart Work”.

L’indagine si è svolta in tutta Italia su due campioni: uno composto da più di 500 individui, tra medici e infermieri, e l’altro composto da 22 CIO (Chief Information Officer) di altrettante aziende sanitarie o ospedaliere. L’obiettivo era capire che cosa sanno e pensano della Unified Communication & Collaboration (UC) gli operatori della sanità, da una parte, e un panel più abituato alla tecnologia, dall’altro. I risultati hanno individuato una totale assenza di UC negli ospedali italiani. Secondo quanto emerso dalle interviste al target medico-infermieristico, ci sarebbe interesse a conoscere meglio tecnologie che consentano di comunicare più velocemente tra colleghi, ma in realtà le strutture ospedaliere e sanitarie tendono a favorire l’uso di servizi e soluzioni IT non “riconosciute” dal sistema informativo aziendale, sebbene involontariamente. Il risultato è che almeno il 10% del tempo speso in corsia è occupato cercando qualcuno o facendosi cercare, percentuale che sale al 16% se si parla di PS, segreterie di reparto e sale operatorie. Tempo che scorre mentre i pazienti hanno bisogno di cure rapide.

Dall’indagine emerge anche la ragione: il principale strumento per trovare qualcuno è il telefono, usato in coppia con il cercapersone e/o il telefono cellulare. L’ospedale del futuro, però, non può esimersi dall’integrare soluzioni di Unified Communication & Collaboration, in grado di connettere tra loro gli operatori quasi istantaneamente e quindi aumentare la produttività ed efficacia delle prestazioni erogate. A maggior ragione in un contesto di integrazione tra ospedale e territorio.

Stefania Somaré