Infertilità: in Toscana nasce una rete dedicata

Infertilità: in Toscana nasce una rete dedicataCirca il 14% delle coppie europee soffre di infertilità, una condizione riconosciuta come malattia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo valore fluttua dal 10 al 20% se guardiamo al mondo intero. L’infertilità è una patologia che può portare gravi conseguenze socio-emotive, legate al fatto di desiderare figli e non poterne avere e per questo richiede interventi mirati e un’equità di accesso alle cure per tutti.
Rientrano in questo ambito anche le giovani donne alle quali viene diagnosticato un tumore in età fertile e che avrebbero il diritto di veder preservata il più possibile la loro fertilità.

Se ci focalizziamo sulla Regione Toscana, i dati registrano un costante aumento di richieste di cicli di cura per riuscire a procreare: se nel 2006 le pazienti sottoposte a procreazione medicalmente assistita (PMA) erano 3000, nel 2015 erano già 8000. Per rispondere in maniera adeguata a tutte queste richieste, il 20 luglio la giunta regionale ha approvato una delibera presentata da Stefania Saccardi, assessore al Diritto alla Salute per l’istituzione di una rete regionale per la prevenzione e la cura dell’infertilità. Si tratta di una rete clinica dedicata per adeguare l’offerta di servizi per l’infertilità ai migliori standard qualitativi nazionali e internazionali e garantire uniformità di risposte e percorsi in tutta la Regione.

La Toscana ha 22 centri di PMA, di cui 8 pubblici, distinti a loro volta in 7 centri di I livello (3 pubblici) e 15 di II e III livello (5 pubblici e 5 convenzionati). L’istituzione di una rete ad hoc consente di individuare sul territorio ambulatori specialistici e consultori che, insieme ai centri PMA di I livello possono dare risposte appropriate di tipo informativo e di screening sulla capacità riproduttiva.
A questi nodi spetta inoltre il compito di indirizzare le persone riconosciute per avere problemi di infertilità ai centri esperti per l’infertilità maschile o ai centri PMA di II e III livello, a seconda della necessità.
Ovviamente lo screening verrà fatto seguendo specifici protocolli condivisi. La rete individua inoltre tre centri pubblici per l’oncofertilità presso la AOU Careggi, la AOU Pisana e la Ausl SE, presso l’Ospedale La Fratta.
Il ruolo della rete è coordinare al meglio i diversi specialisti nel settore (ginecologi, andrologi, genetisti, oncologi, infettivologi e così via) per rinforzare la diagnosi precoce del problema e le campagne di prevenzione.

L’assessore Saccardi ha dichiarato: «abbiamo già applicato il modello delle reti in altri campi del nostri sistema sanitario, per esempio le reti regionali tempo dipendenti. Con la rete per la prevenzione e la cura dell’infertilità vogliamo assicurare alle persone una gestione consapevole della fertilità e anticipare la diagnosi di infertilità, consentendo di adottare terapie efficaci nelle strutture adeguate. Non è un caso che ora la maggior parte dei pazienti venga da fuori Regione per sottoporsi a queste tecniche».

Stefania Somaré