Infezioni batteriche e antibiotico-resistenza in Italia

Infezioni batteriche e antibiotico-resistenza in ItaliaLa prevalenza di ceppi batterici resistenti in Italia è tra le più alte d’Europa: molto è stato fatto, ma molto c’è ancora da fare per gestire il problema.

Dalla loro introduzione circa 70 anni fa, gli antibiotici hanno ridotto molto il numero di decessi per malattie infettive e hannno migliorato lo stato di salute dei cittadini.
Allo stesso tempo, però, si è fatta strada la resistenza batterica, oggi un problema a livello mondiale.

Di contrasto all’antibiotico-resistenza si è parlato in giugno durante un evento organizzato a Roma da MSD Italia che ha messo a confronto associazioni, rappresentanti delle istituzioni e del mondo scientifico.

L’uso eccessivo e inappropriato di antibiotici negli uomini e negli animali e le scarse pratiche di controllo delle infezioni hanno trasformato l’antibiotico-resistenza in una seria minaccia per la salute pubblica globale. Questo comporta un prolungamento della degenza ospedaliera, il fallimento terapeutico e un significativo numero di morti, con conseguente incremento dei costi sanitari.

I numeri del problema

In Europa oltre 4 milioni di persone ogni anno vengono colpite da infezioni batteriche ospedaliere; si stimano 25 mila morti per infezioni provenienti da germi resistenti.
Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) ogni anno colpiscono circa 284 mila pazienti, causando circa 4.500-7.000 decessi.
Nel 2050, nel mondo, le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti l’anno, superando i decessi per tumore (8,2 milioni l’anno), diabete (1,5) e incidenti stradali (1,2) con un impatto negativo – secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale – di circa il 3,5% sul PIL mondiale.

Secondo i dati dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), l’Italia è il primo Paese europeo per uso di antibiotici in ambito umano e terzo per uso sugli animali negli allevamenti intensivi.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia il livello di antibiotico-resistenza è tra i più elevati in Europa: ogni anno i pazienti infetti si attestano tra il 7 e il 10%. Inoltre, sempre secondo i dati ISS, ogni anno nel nostro Paese si verificano 450-700 mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale (soprattutto infezioni urinarie, infezioni della ferita chirurgica, polmoniti, sepsi). Di queste, il 30% circa è potenzialmente prevenibile (135-210 mila) e direttamente causa di morte nell’1% dei casi (1350-2100 decessi prevenibili in un anno).

Stewardship antimicrobica

Il Gisa, Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica, ha messo a punto un “Decalogo per il corretto uso degli antibiotici e per il contenimento delle resistenze batteriche in Italia”.

La stewardship antimicrobica è considerata sinonimo di utilizzo ottimale degli antibiotici. Questo significa combattere l’empirismo e prediligere l’appropriatezza prescrittiva. A tal fine è necessario ottimizzare la diagnosi microbiologica rapida che limita la necessità di somministrare antibiotici a chi non ne ha bisogno, ma significa anche scegliere l’antibiotico giusto per il paziente e per la sede d’infezione e somministrarlo nelle dosi adeguate e per il tempo necessario.

Nel 2017, inoltre, è stato redatto un Piano Nazionale per il Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR), valido per il triennio 2017-2020, che rappresenta una strategia di risposta all’aumento dell’antibiotico-resistenza e della diffusione di microrganismi resistenti agli antibiotici.
Il PNCAR prevede uno sforzo di coordinamento nazionale, obiettivi specifici e azioni programmate. In linea con gli obiettivi del PNCAR, la Regione Campania di recente ha approvato, nell’ambito dell’attuazione del Piano Regionale della Prevenzione 2014-2108, delle linee d’indirizzo per le Aziende del SSR sulle azioni di contrasto all’antibiotico-resistenza e sulle azioni di prevenzione e controllo delle infezioni da organismi resistenti agli antibiotici.
Il documento campano vuole fornire a tutte le figure professionali coinvolte nei percorsi prescrittivi raccomandazioni generali e indicazioni specifiche, per la realizzazione dei programmi di antimicrobial stewardship e per l’implementazione locale dei protocolli di terapia antibiotica empirica. Tali protocolli, validi sia in ambito ospedaliero sia a livello territoriale, possono essere utili per limitare l’uso improprio di antibiotici.

L’approccio One Health

Per contrastare la resistenza antimicrobica, dunque, è necessario un “approccio One Health”, che coinvolga medicina umana e veterinaria, ricerca, agricoltura e comunicazione. Lavorare insieme per promuovere e sostenere la stewardship antimicrobica è fondamentale perché solo attraverso un uso appropriato degli antibiotici si può contrastare l’AMR.
La ricerca deve impegnarsi per trovare nuove molecole antibiotiche ed è necessario diffondere la cultura della prevenzione come supporto alla lotta alla resistenza antimicrobica e promuovere l’adozione di stili di vita sani e comportamenti sanitari corretti attraverso la corretta informazione.

Cristina Suzzani