Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha profondamente trasformato molti aspetti delle professioni sanitarie, compresa l’assistenza infermieristica. Dalla pratica clinica all’educazione, l’intelligenza artificiale offre strumenti avanzati per il supporto decisionale, l’analisi di imponenti quantità di dati e l’apprendimento personalizzato. Tuttavia, nel campo dell’infermieristica continua a sollevare spinosi interrogativi sul piano etico, formativo e professionale.
I rischi connessi
Per quanto rappresenti un’importante passo verso il futuro, il timore di una sostituzione delle figure infermieristiche è piuttosto diffuso, così come la preoccupazione per la perdita del contatto e del rapporto umano.
Il processo di alfabetizzazione dell’intelligenza artificiale è ancora insufficiente e dal punto di vista etico urgono riflessioni sulla tutela della privacy e sulla responsabilità nelle decisioni cliniche supportate da queste tecnologie.
Coesistenza uomo-macchina
Per poter guardare al futuro, affrontando le sfide connesse all’intelligenza artificiale e valorizzarne nel contempo le potenzialità, occorre un cambio di prospettiva. Secondo il team giudato da Rick Yiu Cho Kwan del Tung Wah College di Hong Kong, l’intelligenza artificiale non va inquadrata come un sostituto, ma come un supporto.
Per Rick Yiu Cho Kwan, l’intelligenza artificiale rafforza le competenze relazionali e comunicative degli infermieri, adottando linee guida ispirate ai quadri etici dell’American Nurses Association e dell’Unione Europea, e garantendo trasparenza decisionale, responsabilità legale e sicurezza dei dati.
La cooperazione tra intelligenza artificiale e assistenza infermieristica non è una possibilità futura, bensì una realtà in evoluzione e, affinché questa transizione si sviluppi al meglio è necessario rinforzare le radici umanistiche della professione infermieristica, costituendo un quadro etico solido che protegga la dignità dei pazienti e valorizzi il ruolo insostituibile dell’infermiere.



