Irccs Galeazzi, l’ospedale del futuro

Render del nuovo Irccs Galeazzi (Binini Partners)

Una nuova visione dell’ospedale è destinata ad affermarsi nel volgere di pochi anni e la parola d’ordine sarà “efficienza”.
Se ne è parlato martedì 20 novembre nella sede di Regione Lombardia in occasione del convegno “Rebuilding healthcare: la sanità del futuro tra organizzazione e cura”.
Efficienza, dunque. Sotto diversi punti di vista, a cominciare dalla scelta della sede.

L’ospedale efficiente è inserito in aree urbane in espansione multi-servizio, il che lo rende comodamente raggiungibile da parte degli utenti con i mezzi pubblici o con il car sharing, magari dopo aver prenotato la prestazione attraverso un’app dedicata. E offre agli stessi utenti una serie di servizi di utilità, da quelli postali e bancari alla ristorazione.

L’efficienza però va oltre e arriva ai consumi energetici: un ospedale “verde” è sensibile al tema della tutela dell’ambiente e risparmia scegliendo le energie rinnovabili per recuperare risorse da reinvestire in organizzazione e tecnologia.
Nel nostro Paese c’è molto da lavorare in questo senso se si pensa che, come ha fatto notare Francesco Cattaneo, direttore generale di Habitech, «molti ospedali italiani sono in classe energetica G».

Gli esempi virtuosi esistono e se ne vedono nel mondo (Rush University Medical Center di Chicago, con risparmi ottenuti da una riduzione del 20% del consumo di acqua), come anche in Europa (Karolinska University Hospital di Stoccolma, dove il 99,7% dell’energia proveniente da fonti rinnovabili con basso consumo energetico) e in Italia (il nuovo Irccs Galeazzi di Milano, che tra l’altro punta a ottenere la certificazione LEED GOLD versione 4).

Un’altra declinazione dell’efficienza è la multidisciplinarietà. Secondo Elio Borgonovi, professore ordinario presso il Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico, Università Bocconi di Milano, oggi è necessario pensare gli ospedali in termini multidisciplinari, per rispecchiare la interdisciplinarietà della presa in carico dei pazienti.

Il nuovo Galeazzi

Oggi in Italia un esempio che riassume in sé tutti questi aspetti è il nuovo Irccs Istituto Galeazzi di Milano (Gruppo ospedaliero San Donato), che ha aperto il cantiere della sua nuova sede nell’area MIND (Milano Innovation District), ex Expo, in un’area ben collegata alla città dai mezzi di superficie e della metropolitana e prossima anche all’autostrada Milano-Laghi.

«Proprio la ricerca dell’efficienza e della multisciplinarietà», ha spiegato l’ing. Elena Bottinelli, ad dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi e dell’Irccs Ospedale San Raffaele (entrambi Gruppo ospedaliero San Donato), «ha portato alla decisione di unire in un’unica struttura due realtà come l’Irccs Galeazzi, eccellenza in ambito ortopedico, e l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio (dal forte orientamento in campo cardio-toraco-vascolare e bariatrico), dando vita di fatto a un policlinico e superando quindi la dimensione di ospedale monospecialistico».

ing. Elena Bottinelli, ad Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi

A illustrare nel dettaglio il progetto è stato l’arch. Tiziano Binini di Binini Partners.
«Con i suoi quasi 90 metri di altezza, il nuovo Galeazzi sarà tra gli 8 ospedali più alti d’Europa e tra i 75 ospedali più alti del mondo».
16 piani più un vano tecnico soprastante, il piano terra e un piano interrato, per una superficie complessiva di 150.000 m² – il tutto completato da un tetto solare fotovoltaico e termico – così organizzati:
piano -1 – logistica impianti e parcheggi
pianto terra – Pronto Soccorso, area Diagnostica e area universitaria
piano 1 – servizi generali (mensa, spogliatoi del personale, farmacia, magazzino) aula magna
piano 2 – interamente dedicato ai laboratori (di ricerca e clinici)
piano 3 – Poliambulatorio
piano 4 – sale operatorie di Day Surgery e BIC, degenze
piano 5 – Terapie Intensive (TI, TIPO, UTIC) e Blocco Operatorio di Emodinamica ed Elettrofisiologia
piano 6 – Blocco Operatorio principale (due nuclei da otto sale ciascuno, sale sia tradizionali sia ibride)
piano 7 – piano tecnico dedicato a servire i piani sottostanti
piano 8 – direzione amministrativa e centrale di sterilizzazione
piani da 9 a 16 – area degenze SSN e solventi (camere da 1 o 2 letti), servita da un terrazzo verde esterno
piano 17 – vano tecnico.

Presentando il Galeazzi che verrà, l’ing. Bottinelli ha avanzato anche il concetto di “ospedale diffuso”: «non dobbiamo limitarci alla dimensione ospedaliera in sé, l’ospedale del futuro diventa hub per il territorio, con il quale si integra e interagisce, e punta sulla telemedicina per seguire i pazienti oltre la fase acuta, seguendone il percorso completo, secondo un approccio di value based medicine».

Non a caso, l’Irccs ha avviato un audit civico, in collaborazione con Cittadinanzattiva, per farsi valutare dal punto di vista dei cittadini e dei pazienti, con l’obiettivo di impegnarsi a migliorare e a far conoscere le buone prassi.

Robotica e digitalizzazione per un ospedale lean

Efficienza significa anche razionalizzazione. Per questo il nuovo Galeazzi punta sulle tecniche lean. Secondo l’ad Bottinelli, «la razionalizzazione e la riduzione dei percorsi passeranno anche attraverso l’utilizzo di strumenti informatici per tracciare i pazienti e le merci, con l’obiettivo di ridurre gli errori e gli sprechi. Per esempio, abbiamo voluto la centralizzazione di magazzini e spogliatoi e l’accorpamento dei reparti per intensità di cure, come pure la robotizzazione del magazzino, della farmacia e dei processi di sterilizzazione».

Sempre in quest’ottica rientra la digitalizzazione dei percorsi di sala operatoria, peraltro già avviato all’Irccs San Raffaele proprio dall’ing. Bottinelli, che spiega: «abbiamo applicato al blocco operatorio uno strumento che era nato nel mondo industriale, in particolare nel settore ferroviario, e che permetteva di verificare lo spostamento dei treni all’interno di una rete ferroviaria, trasferendolo nella gestione della tracciabilità del paziente all’interno dell’ospedale.
Le prime esperienze in tal senso sono state fatte negli USA, noi le abbiamo fatte nostre. Nella pratica, il paziente, opportunamente taggato, passa sotto un gate che ne rileva lo spostamento all’interno del percorso.
Di per sé, però, questo strumento si limita a tracciare: il passo avanti è stato capire come questo strumento potesse aiutare a organizzare l’attività di sala operatoria per recuperare efficienza ed eliminare gli sprechi legati ai tempi morti. Le informazioni sul percorso dei singoli pazienti sono visibili a tutto il personale, anche a quello di reparto, che così non deve più impiegare tempo per richiedere informazioni al blocco operatorio».

Render del nuovo Irccs Galeazzi (Binini Partners)

«Tutto questo è passato anche attraverso una motivazione del personale, che ha visto in questo progetto una sua responsabilizzazione e l’ha accolto con entusiasmo. I risultati si vedono e sono molto positivi: è migliorata l’efficienza della sala operatoria, il personale gestisce in modo più efficiente il proprio tempo e i famigliari dei pazienti chirurgici sanno in tempo reale a che punto è il percorso del proprio congiunto e così si rivolgono meno al personale per chiedere informazioni».

«In più, avendo una visione d’insieme delle sale del blocco operatorio, è possibile spostare gli interventi programmati da una sala a un’altra in base alle disponibilità che si creano (per esempio, quando un intervento finisce in anticipo liberando la sala prima di quanto programmato, oppure quando un intervento richiede più tempo del previsto, occupando la sala oltre il tempo programmato).

L’ospedale sostenibile

Riprendendo quando detto all’inizio in fatto di ospedali virtuosi dal punto di vista energetico, il nuovo Galeazzi si presenta come ospedale sostenibile. Riprende l’ing. Bottinelli: «abbiamo puntato sulle soluzioni più efficienti in termini di risparmio energetico e sostenibilità ambientale, riducendo gli sprechi e i consumi ma anche le emissioni acustiche e inquinanti.
Abbiamo optato per materiali eco-compatibili e salubri, in grado di assorbire lo smog attraverso tecniche di purificazione dell’atmosfera e autopulenti. I rivestimenti sono stati pensati nell’ottica della termoregolazione.
Inoltre, l’intera superficie della copertura sarà attrezzata con fotovoltaico e/o solare termico, mentre gli impianti (idrico, elettrico, trattamento dell’aria ecc.) saranno pensati in modo da ridurre al minimo i consumi, evitare sprechi e dispersioni, impiegare recuperatori di risorse o energia e ridurre le emissioni».

Cristina Suzzani