La revisione sulla sanità italiana secondo l’Ocse

Family doctor on  a home visit«L’indagine Ocse “Revisione sulla qualità dell’assistenza sanitaria in Italia” – basata anche sul più corposo Rapporto dell’Ocse relativo alle Variazioni Geografiche nell’Assistenza Sanitaria del 2014 – si compone di quattro capitoli», spiega Giovanni Caracci, direttore Area funzionale Qualità e Accreditamento di Agenas: «le politiche e le pratiche adottate per la qualità del sistema sanitario; il ruolo delle cure primarie; la formazione; la valutazione e il miglioramento dei sistemi sanitari regionali. Le prime due sezioni sono comprese in ogni Revisione dei Paesi Ocse, mentre la terza e la quarta (formazione dei professionisti sanitari e qualità della governance in un sistema decentralizzato) sono state definite in sede di progettazione del documento. Per l’Italia sono tanti gli aspetti positivi sottolineati: una buona assistenza fornita a un prezzo contenuto; il sistema delle cure primarie che offre un’assistenza di alta qualità; i passi importanti che sono stati fatti verso maggiori coordinamento e integrazione dell’assistenza con i recenti interventi legislativi, che spingono alla creazione di reti di assistenza territoriale; buona anche l’assistenza fornita dal personale sanitario. In sintesi, una buona performance. «Gli indicatori di salute della popolazione italiana sono tra i migliori in area Ocse. L’Italia è al quinto posto tra i Paesi Ocse nell’aspettativa di vita alla nascita, 82.3 anni. I tassi di ricovero ospedaliero per asma e malattie polmonari croniche sono tra i più bassi dell’area e quelli di mortalità a seguito di ictus o infarto sono ben al di sotto della media Ocse». Il tutto è messo in discussione però dalle forti pressioni di contenimento della spesa di questi anni e dalle forti differenze regionali». È essenziale una diversa visione dei tagli di spesa, puntando più sulla qualità che sulla corsa al risparmio.