Liste d’attesa sempre più lunghe

foto2«Per offrire un servizio di qualità è fondamentale avere delle risorse commisurate allo sforzo», commenta Gabriele Pelissero (nella foto), presidente dell’Associazione Italiana Ospedalità Privata. Diversamente, diventa difficile assicurare un’erogazione efficiente dei servizi. «Ciò che più preoccupa è che i tagli di finanziamento, in assenza di veri interventi di riforma che ristrutturino il sistema sanitario nel suo complesso, non possono che tradursi in peggioramenti del servizio. Le liste d’attesa si stanno allungando in molte Regioni, certo con discrepanze anche consistenti. Resta comunque il fatto che, secondo il Rapporto Ospedali & Salute 2013 di Aiop, il fenomeno è particolarmente grave al Sud, dove si concentrano le Regioni soggette al Piano di Rientro. Ciò a fronte del fatto che i cittadini intervistati confermano di apprezzare molto il servizio pubblico garantito dalle strutture private. Capirete che la preoccupazione degli operatori è viva, anche perché il nuovo tariffario prevede tariffe ai minimi storici per le prestazioni erogate, il che comporta il rischio di doversi piegare a una sanità low cost e ciò espone i cittadini a rischio».
Pelissero ricorda che «parlare di ospedalità significa parlare anche di diagnostica e farmaceutica: fondi minori rischiano di obbligare le strutture ospedaliere a scelte di strumenti diagnostici vecchi o più economici. E ciò non giova a nessuno. Per fare un esempio, le tariffe erogate per un pacemaker sono scese da 8000 a 4000 euro. E con questa cifra posso assicurare che non si riescono ad acquistare pace maker di ultima generazione».