Lombardia: presa in carico della cronicità. I primi dati

Lombardia: presa in carico della cronicità. I primi datiCon l’inizio del 2018 Regione Lombardia ha avviato il proprio programma per la presa in carico della cronicità, programma che interpella in prima persona i medici di medicina generale, ai quali è stato chiesto di rendersi disponibili ad assistere in modo più assiduo i malati cronici.
Il programma prevede la stipula di un Patto di Cura (PIC) e un Piano Assistenziale Individuale (PAI) definiti dal medico con il paziente e da questo accettati.
Di qui ha inizio un percorso in cui il paziente si vede prenotare direttamente esami e visite nei tempi utili alla valutazione della patologia e del suo decorso. Lo stesso si verifica per i bambini, il cui riferimento è il pediatra di libera scelta.
Nei giorni scorsi sono stati presentati i primi dati del programma. Al 5 giugno hanno aderito al programma 257.998 pazienti sulle 3.100.000 lettere inviate, dei quali la maggioranza si è rivolta a un medico di famiglia (217.865) mentre i restanti 40.133 si sono rivolti a strutture pubbliche o private.
Stante il numero di persone che hanno risposto alla proposta della Regione, il numero di Piani di Assistenza Individuali già preparati è di 140.724.
Bisogna dire, però, che le lettere sono state inviate suddivise in 3 scaglioni, dando priorità ai pazienti già dentro nel CreG e a quelli con medici di riferimento che hanno aderito all’iniziativa della Regione.
Per ultimi sono stati avvisati i pazienti con patologie croniche i cui medici di riferimento non hanno aderito al programma.
Interessante osservare anche che i medici che hanno aderito al CreG sono in percentuale diversa a seconda della Provincia di appartenenza, con un picco del 79% nell’ATS della Valpadana, seguito dal 72% dell’ATS di Monza e dell’ATS della Montagna, e un minimo del 32% a Milano e Pavia.
E ciò a fronte, per esempio, di una maggiore risposta all’appello proprio da parte dei malati cronici milanesi (66.356), metà dei quali ha però già il proprio PAI.
I dati danno il numero di PAI prodotto in crescita ogni giorni. Presto tutti i pazienti che hanno risposto potranno quindi essere seguiti in questo nuovo modo. Attendendo che anche gli altri si facciano vivi.

Stefania Somaré