L’Ospedale di Chivasso si amplia e si rinnova

L'Ospedale di Chivasso si amplia e si rinnovaIl progetto per l’ampliamento dell’Ospedale di Chivasso, in provincia di Torino, si è sviluppato per oltre un decennio, attraversando un periodo caratterizzato da importanti trasformazioni e innovazioni non solo dell’edilizia sanitaria, ma anche delle modalità organizzative dell’attività ospedaliera e delle tecnologie medicali.

«La gara per l’incarico di progettazione della Nuova Ala risale al 2002», spiega l’ing. Marco Vitali (Studio Solmona & Vitali), che ha coordinato il raggruppamento professionale di progettisti e diretto i lavori, «ma l’iter burocratico ha subito alcuni anni di stasi. Nonostante limitati adeguamenti, le previsioni progettuali originarie sono state sostanzialmente mantenute senza modifiche rilevanti.

Lo stesso sito d’intervento, situato in un contesto fortemente urbanizzato, non si prestava a significativi cambiamenti dell’impostazione generale del progetto. Le modifiche hanno interessato principalmente la ridefinizione dell’autorimessa, su richiesta dell’autorità municipale, e il completo rifacimento della Palazzina costruita negli anni ’70.

Per quest’ultima erano stati inizialmente previsti dei lavori di consolidamento statico in funzione antisismica che, per effetto della sopravvenuta evoluzione delle normative in materia, hanno poi condotto alla decisione di demolirla e ricostruirla ex novo, rispettandone le volumetrie.

Il progetto non ha risentito neppure dei cambiamenti in tema di organizzazione e distribuzione dei servizi sanitari. Le funzioni sono rimaste pressoché identiche, con la sola eccezione dell’Emodinamica, spostata in un altro presidio ospedaliero e sostituita da un settore dedicato agli ambulatori cardiologici.

Ing. Marco Vitali (credit: Studio Solmona & Vitali)

Rispetto al progetto originario abbiamo realizzato un ulteriore intervento edile. Poiché la copertura della torre-piastra esistente era soggetta a infiltrazioni d’acqua, è stato deciso di riqualificarla riprendendo il disegno e i materiali impiegati per l’involucro edilizio della Nuova Ala. Con l’occasione è stato anche installato un campo fotovoltaico ampio circa 1.200 m² (potenza 200 kWp), in grado di coprire quasi quasi il 20% del fabbisogno elettrico dell’ospedale.

Si è perciò trattato di un progetto particolarmente fortunato, anche in fase di realizzazione: l’impresa edile si è infatti dimostrata competente ed efficiente e, per la parte impiantistica, l’appalto di costruzione e gestione sviluppatosi parallelamente ha ottenuto significativi risultati sotto il profilo energetico e ambientale».

Contesto urbano e psicologia

I volumi di nuova realizzazione si distinguono nettamente rispetto agli edifici ospedalieri esistenti.
«Dal punto di vista planimetrico l’edificio storico e l’ampliamento sono situati ai capi opposti del sito.
Il primo è parte del tessuto urbano consolidato e ha mantenuto l’immagine architettonica originaria, mentre il secondo è rivolto verso un’area di più recente urbanizzazione, caratterizzata dalla presenza della linea ferroviaria, e presenta perciò stilemi decisamente moderni.

Come spesso capita, anche in questo caso le volumetrie dell’ospedale risultano sproporzionate rispetto al tessuto edificato corcostante.

Abbiamo perciò deciso di armonizzare il disegno architettonico creando una copertura coerente con il disegno dei prospetti, che ingentilisce la sommità dell’ampliamento e, contemporaneamente, protegge gli impianti situati sul tetto piano dal sole e dalle intemperie».

Dal punto di vista distributivo, l’elemento più significativo è senz’altro il nuovo ingresso.

«La realizzazione dell’ampliamento ha permesso di differenziare gli accessi, mantenendo la continuità dei flussi interni. Rivolto verso il centro urbano, l’ingresso dell’edificio storico è dedicato ai percorsi delle attività ambulatoriali mentre l’ingresso della Nuova Ala, prossimo al parcheggio e preceduto da una circolazione rotatoria, introduce alle altre aree ospedaliere.

L’atrio distribuisce direttamente le funzioni di servizio al pubblico (bar ristorante con terrazza, centro conferenze e formazione), permette di raggiungere tutti i reparti della Nuova Ala ed è collegato all’edificio storico.
La sua progettazione è stato oggetto di uno progetto mirato alla personalizzazione di questo spazio d’accoglienza, che ha riscosso numerosi consensi da parte del pubblico.

Le pareti curve sono rivestite con gigantografie panoramiche: una vista aerea del centro storico e un’immagine della riva destra del Po alle porte della Città. Un ulteriore tratto distintivo del progetto è costituito dalle scelte cromatiche.

In particolare, gli spazi d’ingresso e di distribuzione interna sono distinti dalla vivacità dei colori delle pareti e dal serrato disegno delle pavimentazioni, mirate a distogliere pazienti e visitatori – anche solo per un attimo – dai propri pensieri».

Giuseppe La Franca
architetto