Obesità: un aiuto dalla stimolazione magnetica transcranica profonda

Livio LuziL’incidenza dell’obesità è in crescita in tutto il mondo, con una serie di conseguenze sul piano sanitario. la comunità scientifica sta cercando soluzioni a questo problema ed è proprio in questo scenario che lo scorso 15 giugno il professor Livio Luzi (nella foto), responsabile dell’Unità Operativa di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell’Irccs Policlinico San Donato di San Donato Milanese, ha presentato i primi dati sull’efficienza e la sicurezza dell’applicazione della stimolazione magnetica transcranica profonda per la riduzione del desiderio impellente di cibo in soggetti obesi, con ricadute positive anche sul peso corporeo. Ma come funziona? Il paziente indossa un casco da quale partono sollecitazioni elettromagnetiche a diverse aree del cervello, agendo sulla fame “edonica”, quella dettata non dalla reale esigenza fisiologica ma dalla ricerca di piacere. Questo tipo di fame viene regolata dal lobo prefrontale della corteccia cerebrale, zona che viene raggiunta dalla stimolazione. Lo studio condotto presso l’Irccs Policlinico San Donato è di tipo prospettivo randomizzato e in doppio cieco e ha coinvolto sedici pazienti obesi con Indice di Massa Corporea compreso tra 30 e 45 e con età da 22 a 68 anni. Questi sono stati sottoposti a quindici sessioni di stimolazione magnetica transcranica profonda, cui sono seguiti il miglioramento dei parametri metabolici, in particolare i livelli di glucosio e colesterolo e una perdita di peso fino al 6%. «I risultati sono molto incoraggianti e aprono la via a un utilizzo su larga scala di questo dispositivo sicuro, ben tollerato e non invasivo per la terapia dell’obesità, anche se dovrà essere valutato comparativamente con i trattamenti convenzionali per l’obesità, sia farmacologici sia di chirurgia bariatrica», ha dichiarato Luzi. Nei prossimi mesi si svolgeranno ulteriori indagini per valutare l’efficacia a lungo termine del trattamento.

Stefania Somaré