Oncologia: presentato il Libro Bianco del Policlinico Gemelli

Oncologia: presentato il Libro Bianco del Policlinico GemelliÈ stata presentata lo scorso 25 gennaio la seconda edizione del Libro Bianco dell’Oncologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, scaricabile qui in versione elettronica.

In questo documento sono riportate tutte le attività svolte al Policlinico Gemelli nella cura del cancro, compresi filmati e storie raccontate da pazienti, medici, infermieri e altri operatori che ogni giorno si impegnano per dare una risposta esaustiva e accogliente ai pazienti con malattia oncologica.
Solo nel 2017 sono stati più di 46.000, affetti da tumori di origine varia: mammella, polmoni, vescica, colon-retto, cervello, fegato, pancreas, tiroide, rene e altri ancora.
I pazienti sono donne, uomini, bambini, anziani, alcuni con situazioni complesse.

Il professor Vincenzo Valentini, direttore del Polo Scienze Oncologiche ed Ematologiche della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli e ordinario di Radioterapia all’Università Cattolica, ha spiegato: «quando si parla di oncologia si avverte subito la necessità di doversi relazionare con esigenze molto complesse di uomini, donne, giovani e anziani che sentono minacciata la loro vita e che cercano un aiuto affidabile e accogliente alla loro inquietudine.
Con questo Libro Bianco si è realizzato uno strumento di comunicazione per cercare di rispondere alle domande che si pongono i pazienti oncologici nel percorso quotidiano che un volume rilevante e crescente di persone compie nel Policlinico».

Ognuno di questi pazienti, a seconda della sua esigenza, segue un percorso diagnostico che può sfociare in trattamento chirurgico, farmacologico o radioterapico o tutte queste cose insieme e, quando necessario, anche le terapie palliative.
Il libro vuole essere strumento per aiutare anche i cittadini a capire come fare e come comportarsi in caso di diagnosi di cancro, a chi rivolgersi e cosa si possono attendere dalla struttura.
È quindi utile che anche i medici di medicina generale del territorio e non solo lo conoscano.

Stefania Somaré