Pagamenti della Pubblica Amministrazione, problema irrisolto

foto3Molte Aziende sanitarie locali e Aziende ospedaliere continuano a pagare con forte ritardo le fatture d’acquisto dei dispositivi medici; in media i miglioramenti registrati sono minimi e di conseguenza il credito vantato dai fornitori del settore continua a essere elevato. È quanto emerge dai dati elaborati dal Centro Studi di Assobiomedica, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese fornitrici di dispositivi medici alle strutture del Servizio Sanitario Nazionale. Il quadro appare ancora più sconfortante considerando che di recente il problema ha ricevuto attenzione sia da parte del governo nazionale sia da parte dell’Unione Europea, che è intervenuta su questa materia con la direttiva 2011/7/UE. Questo provvedimento è stato recepito in Italia con il decreto legislativo n. 192/2012, che fissa in sessanta giorni il termine massimo per il pagamento delle fatture in ambito sanitario a partire dal primo gennaio 2013.
«Da agosto 2013 c’è senz’altro stata un’ondata di pagamenti – frutto della prima tranche di liquidità stabilita con il decreto n. 35/2013 – che ha migliorato la situazione creditoria delle imprese, ma i crediti sono stati saldati solo per un terzo dell’ammontare del pregresso», così Stefano Rimondi (nella foto), presidente di Assobiomedica. Nel frattempo, si accumulano nuovi crediti, creando gravi problemi soprattutto alle imprese piccole e medie (il 90% del settore), che trovano sostegno scarso o nullo dal sistema bancario. Questa situazione mette a rischio molte aziende, che rischiano di scomparire».
Assobiomedica chiede interventi incisivi. «L’interesse e l’attenzione mostrati dal Governo nei mesi scorsi nei confronti delle imprese», afferma Rimondi, «facevano ben sperare in una boccata d’ossigeno, soprattutto per settori, come il nostro, che hanno come principale cliente lo Stato. Ci dispiace constatare che è stato fatto troppo poco per un’industria che, tra l’altro, annovera tra i territori a maggiore concentrazione produttiva proprio quelli in cui un anno e mezzo fa è avvenuto il terremoto dell’Emilia, area in cui comunque le imprese hanno scelto di restare. Ci auguriamo che questa scelta venga apprezzata e venga disposta quanto prima una nuova importante tranche di pagamenti per saldare definitivamente il pregresso».