Percorsi di cura, pazienti sempre al centro

I pazienti oncologici che hanno terminato un percorso di cura con risultati positivi continuano ad avere bisogno di assistenza, attraverso programmi di controllo e cura dal punto di vista clinico e psicologico. Se ne parlerà venerdì 1° febbraio ad Aviano (Pordenone) nell’incontro “I survivors in oncologia: l’esperienza italiana”. Parteciperanno medici di diverse Regioni e i rappresentanti delle associazioni di pazienti e sarà illustrato il modello organizzativo dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica-Rao (Rete assistenza oncologica), diretta da Paolo Tralongo dell’Asp 8 Siracusa e basato sulla centralità del paziente. Saranno inoltre valutati altri modelli nazionali e internazionali come quelli di Milano, Bari e degli Usa. «Oltre alla sorveglianza della malattia di base, il follow-up considera altri aspetti: le tossicità tardive, i secondi tumori, le comorbidità, la fatigue, l’educazione a stili di vita corretti (nutrizione, attività fisica, astensione da fumo e alcool), l’impatto psicosociale della malattia e tutte le condizioni a essa connesse che ostacolano il ritorno alla normale quotidianità e per le quali esistono strumenti e procedure di provata utilità ed efficacia», spiega il dottor Tralongo. «Il follow-up è un’attività a bassa complessità, di solito basata su un’anamnesi accurata, sull’esame obiettivo generale e, in alcuni casi, su pochi esami strumentali, ben definiti da linee guida e documenti di raccomandazione». I pazienti clinicamente guariti sono seguiti anche dal punto di vista psicologico per una completa riabilitazione e, in gran parte dei casi, il supporto inizia fin dal momento della prima diagnosi. «L’obiettivo è creare una struttura dedicata a questi pazienti in un’unità a sé stante ma al contempo intimamente connessa all’unità operativa in cui si effettuano le cure intensive».