Protocollo aziendale per la gestione dei casi di malattia da virus ebola. Il ruolo della Centrale Operativa 118

Nel numero di ottobre di Tecnica Ospedaliera presentiamo un protocollo il cui obiettivo è ridurre al minimo il rischio di trasmissione del virus ebola – durante l’assistenza a pazienti con malattia sospetta e in via di accertamento – ad altri pazienti, agli operatori e ai visitatori. È importante che gli operatori coinvolti nell’assistenza a casi anche potenziali di MVE operatori leggano attentamente, comprendano e applichino le indicazioni in parola.

Vediamo qui in partiocolare il ruolo della Centrale Operativa 118. In caso di richiesta di intervento del 118 per un paziente adulto o pediatrico con febbre >38,6 C° o storia di febbre nelle ultime 24 ore o equivalenti, l’operatore verifica la presenza di criteri epidemiologici per infezione da ebola e, in particolare, il soggiorno del paziente in uno dei Paesi affetti da virus ebola negli ultimi 21 giorni, all’occorrenza anche servendosi dell’apposita scheda di triage. In presenza di caso sospetto l’intervento va codificato con le usuali modalità tenendo conto che la patologia presunta sarà sempre C15 e che nel campo note dovrà essere riportata la dizione “rischio ebola”.

Fascia oraria in cui è attivo il Servizio di Continuità Assistenziale
Paziente stabile: se il paziente è caso sospetto, le sue condizioni sono stabili e le funzioni vitali non compromesse, l’operatore contatta il medico di Continuità Assistenziale, che va a domicilio per una valutazione secondo modalità previste dalle circolari ministeriali sulla MVE. In seguito il medico di CA, in caso di ulteriori necessità assistenziali, richiede al 118 l’invio di ambulanza attrezzata per il trasporto del paziente.
Paziente instabile: se il paziente è caso sospetto, le sue condizioni sono instabili e le funzioni vitali compromesse, l’operatore invia sul posto l’ambulanza per il trasporto, informando gli equipaggi della necessità di precauzioni standard da contatto e da droplet.

Fascia oraria in cui il Servizio non è attivo
Se il paziente è caso sospetto e non è contattabile il medico di famiglia/pediatra di libera scelta, l’operatore invia sul posto l’ambulanza per il trasporto, informando gli equipaggi della necessità di precauzioni standard da contatto e da droplet. Dopo l’uso i dpi vengono eliminati nel contenitore per rifiuti a rischio infettivo.

Igiene e precauzioni
Gli addetti al trasporto del paziente devono eseguire la corretta igiene delle mani. Evitare procedure che generano aerosol; se queste sono necessarie (somministrazione di farmaci con nebulizzazione, bronco aspirazione, intubazione), il personale sanitario deve indossare un facciale filtrante FFP3 a protezione delle vie respiratorie. Prima di far salire il paziente in ambulanza, posizionare sul lettino un telo/sacco impermeabile, accertarsi che il paziente indossi la mascherina chirurgica e fargli frizionare le mani con gel alcolico. Durante l’assistenza al paziente scegliere biancheria e dispositivi/presidi monouso da smaltire poi come rifiuti a rischio infettivo.

Comunicazioni professionali
Se paziente adulto, il medico deve avvertire l’infettivologo di turno nell’Ao di Caserta dell’arrivo direttamente in reparto o, in caso di non disponibilità di posto letto di isolamento, l’infettivologo dell’Ospedale Cotugno di Napoli per concordare le modalità di affidamento del paziente. Se paziente pediatrico, il medico avverte il pediatra di turno nell’Ao di Caserta dell’arrivo del paziente direttamente in reparto e segnala il caso al Dipartimento di Sanità Pubblica competente sul territorio.

Decontaminazione del mezzo di trasporto
Dopo il trasporto, l’ambulanza va bonificata secondo le modalità riportate nella specifica istruzione operativa. Ulteriori norme operative sono contenute nelle “Istruzioni alla Centrale Operativa 118 per il soccorso/trasporto nei casi sospetti di MVE”.

G. Federico, G. Sorgente, R. Misefari, P. Filippini, A. Costanzo, P. Femiano, D. Paternosto, B. Pezza, R. Mannella, C. Casella, G. Matarazzo