Sala operatoria in fiera per una formazione smart

Sala operatoria in fiera per una formazione smart
La sala operatoria allestita all’interno di Exposanità, dotata delle più innovative strumentazioni per gli interventi di neurochirurgia e di chirurgia urologica

All’edizione 2018 di Exposanità (18-21 aprile, a Bologna) sono stati allestiti un reparto di Terapia Intensiva e una sala operatoria, puntando anche sulle tecnologie più innovative.
Per i numerosi professionisti che hanno partecipato è stata l’occasione per lavorare e aggiornarsi con una modalità inedita e quanto mai vicina alla realtà.

Il sistema ospedale è stato al centro di un inedito approfondimento a 360 gradi nel corso di Exposanità 2018, la rassegna internazionale dedicata alla sanità e all’assistenza che ha registrato quest’anno un incremento delle affluenze del 13% e oltre 670 aziende partecipanti.
Una sala operatoria dotata delle più innovative strumentazioni per gli interventi di neurochirurgia e di chirurgia urologia, e un reparto di terapia intensiva di ultima generazione, allestiti all’interno dei padiglioni espositivi, hanno reso ancor più interattiva l’ampia proposta formativa che la kermesse bolognese ha offerto anche quest’anno in ambito sanitario e ospedaliero.

Formazione concreta

«Si tratta di ambienti nei quali il ruolo delle tecnologie è fondamentale sia per il migliore esito a carico del paziente, sia dal punto di vista della sostenibilità economica dell’intero sistema ospedale», spiega Marilena Pavarelli, project manager di Exposanità. «Molti sono stati i partner tecnici di quest’area ad alta specializzazione: 3M, Arjo, Becton Dickinson, Bk Ultrasound, Favero Health Projects, Fresenius Kabi, Fresenius Medical Care, GE Medical System Italia, Guldmann, Immensive, Laerdal Medical, Malvestio, Mindray Medical, Siemens Healthcare, Karl Storz Endoscopia, Stryker Italia, Tarkett.
L’idea è nata dalla volontà di fornire ai nostri visitatori un’occasione per una più completa esperienza di fiera su quelle che sono le tecnologie – e parallelamente le competenze – normalmente utilizzate in questi contesti.

Nella sala di Terapia Intensiva sono state organizzate sessioni formative in cui i partecipanti hanno potuto calarsi in una situazione della vita professionale reale, anche grazie alla presenza di manichini per la simulazione di ultima generazione.

I due ambienti, del tutto simili a quelli presenti all’interno di un ospedale, hanno permesso ai professionisti del settore di vedere replicato un ambiente come la sala operatoria e la rianimazione, corredati con le più moderne tecnologie.
Tecnologie che, in molti casi, sono state messe in funzione, dando sia la possibilità alle aziende produttrici di presentare i loro prodotti in un contesto quanto mai reale, sia ai visitatori l’occasione di lavorare concretamente, di apprendere qualcosa di nuovo in una situazione immersiva in tutto e per tutto intercambiabile con quella che quotidianamente vive un ospedale o un poliambulatorio.
È stato, per esempio, simulato un arresto cardiaco, svolta un’esercitazione pratica per gli accessi vascolari in area critica…
Chi ha partecipato a queste sessioni formative si è calato in una situazione della vita professionale reale, anche grazie alla presenza di manichini per la simulazione di ultima generazione i quali replicano fedelmente le condizioni di un paziente che si trova in area critica, compreso il lamentarsi per il dolore».

L’innovazione in Terapia Intensiva

Diverse sono state le innovazioni proposte nei due ambienti. «Per quanto riguarda, per esempio, la terapia intensiva», continua Marilena Pavarelli,«era presente un dispositivo di posizionamento che consentiva la mobilizzazione precoce dei pazienti, la quale si è dimostrata possibile, sicura e vantaggiosa nel migliorare le funzioni fisiche e nell’abbreviare la degenza ospedaliera e in reparto di terapia intensiva.
Reparto dove il tasso di burnout – cioè la perdita d’interesse dell’operatore nei confronti delle persone verso le quali svolge la propria professione – è tra i più alti dell’ospedale. Una risposta a questo problema può venire anche dall’arredo, che rende spesso l’ambiente poco accogliente e anonimo. Nell’allestimento della rianimazione grazie a un’azienda che si occupa di umanizzazione sanitaria, sono stati proposti arredi murari per personalizzare, attraverso forme e colori, un ambiente difficile come la terapia intensiva, nella convinzione che un luogo più accogliente possa influire sul benessere del paziente e degli operatori che ci lavorano».

Diverse le innovazioni presentate nei due reparto come un dispositivo di posizionamento che consentiva la mobilizzazione precoce dei pazienti in Terapia Intensiva.

Dalla sala operatoria integrata al neuronavigatore

Innovazione anche per quanto riguarda la sala operatoria…
«Accanto alle dotazioni classiche di una sala operatoria, ampio spazio è stato dato alle moderne tecnologie con soluzioni che permettano di creare una sala operatoria integrata che metta a sistema sia le dotazioni classiche sia quelli diagnostiche, al fine di sviluppare un flusso di lavoro notevolmente più veloce ed efficace che abbia effetti benefici sia sugli outcome dei pazienti che vengono trattati sia sulla gestione dei flussi di lavoro di uno spazio critico come questo dove sappiamo oggi si concentra buona parte delle attività ospedaliere», continua Marilena Pavarelli. «Tra gli altri prodotti innovativi proposti, anche un neuro navigatore, device sempre più insostituibile nella gestione di gravi problemi neurologici che consente al neurochirurgo una precisione fino a pochi anni fa impensabile, indispensabile per affrontare con maggiore serenità anche interventi molto complessi».

Aggiornarsi in modo più smart

«Grazie a tutte queste soluzioni di ultima generazione possiamo dire di aver raggiunto il nostro obiettivo: fornire ai visitatori di Exposanità 2018 l’opportunità di formarsi in una situazione che non può essere certo replicata sulle pagine di una rivista piuttosto che in un’aula convegni», conclude Marilena Pavarelli. «In entrambi gli ambienti – la sala operatoria e la terapia intensiva – si è svolta tutta una serie di attività formative e dimostrative alla quale hanno preso parte le figure più tecniche del mondo ospedaliero – gli ingegneri clinici – ma anche chi è in prima linea – infermieri e medici – i quali, con grande soddisfazione, hanno potuto lavorare e aggiornarsi secondo modalità più smart.
Si è lavorato evidenziando tutta una serie di criticità classiche che si verificano in questi ambienti. Per ognuna di esse è stata individuata la soluzione dal punto di vista pratico, come se i partecipanti si fossero trovati ad affrontare il problema in reparto. Ciò ha riscosso ampio consenso perché una formazione di questo tipo rappresenta oggettivamente un valore aggiunto rispetto a quella classica o a distanza. Penso che questo sia anche il messaggio che, come fiera, vogliamo veicolare».

Roberto Tognella