Sangue più sostenibile con il Patient Blood Management

fotolia_46669904I pazienti che devono essere operati arrivano in sala operatoria in gran parte anemici, richiedendo quindi di essere trasfusi. Ciò genera rischi per la salute dei pazienti stessi, oltre che costi per il Ssn. Ecco perché il Centro Nazionale Sangue ha lanciato la campagna “Patient Blood Management – Only One – 1 trasfusione, 1 decisione clinica indipendente, la via dell’Italia comincia da 1”: l’idea è diffondere il modello del PBM in tutte le strutture sanitarie italiane. Ma cosa dice questo modello, fortemente sostenuto dall’Oms? L’obiettivo del PBM è ridurre al minimo necessario le trasfusioni dei prodotti del sangue. Per farlo, usare un insieme di strategie e tecniche farmacologiche e non farmacologiche, comprese nei cosiddetti “tre pilastri del PBM””, che mirano a: ottimizzare la capacità di produrre globuli rossi della persona; ridurre al minimo il sanguinamento; ottimizzare la tolleranza verso l’anemia. Se questi strumenti non dovessero funzionare, allora è previsto, per i pazienti non emorragici e stabili, l’uso di una sola sacca di sangue alla volta. Ogni trasfusione deve essere seguita da una valutazione clinica dello stato del paziente per valutare se sia indispensabile procedere con una nuova trasfusione. Il PBM permetterebbe di portare in sala operatoria pazienti non anemici, invertendo il dato attuale secondo cui la maggioranza approccia l’operazione in carenza di ferro. «Si tratta di una campagna estremamente importante», ha affermato Walter Ricciardi, presidente dell’Iss, «curare l’anemia preoperatoria e stabilizzare il quadro clinico dei pazienti prima dell’intervento chirurgico garantisce un notevole vantaggio per la salute dei cittadini e può ridurre fino al 20% i costi associati alla terapia trasfusionale e la durata del ricovero ospedaliero».
La diffusione di questo messaggio sarà affidato: all’invio cartaceo e informatico di un apposito manifesto a tutte le strutture ospedaliere interessate e alle associazioni del volontariato; uno spazio web dedicato presente sul sito del Centro Nazionale Sangue; la formazione dei professionisti, realizzate con il contributo delle società scientifiche di settore. Le stesse società scientifiche che hanno da subito sostenuto la campagna: Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia, Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e della Trombosi. Altri sostenitori sono: Associazione Nazionale Medici Direzioni Ospedaliere, Ministero della Salute, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e delle Associazioni e Federazioni dei donatori italiani del sangue.

Stefania Somaré