Stenosi aortica, al via il progetto “TAVI è VITA”

Il progetto TAVI è VITA – ideato e realizzato da GISE (Società Italiana di Cardiologia Interventistica) in collaborazione con SIC (Società Italiana di Cardiologia) e SICCH (Società Italiana di Chirurgia Cardiaca) – ha l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni, la comunità medico-scientifica e l’opinione pubblica sul tema della stenosi aortica, una delle malattie più comuni delle valvole cardiache (in Italia interessa oltre 1 milione di persone e il 10% della popolazione oltre i 65 anni) e sulla TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation, impianto transcatetere di valvola aortica), procedura innovativa ma ancora poco utilizzata.La stenosi severa dell’apertura valvolare aortica può essere trattata sia con la sostituzione tradizionale della valvola aortica (SAVR; anestesia generale, incisione sul torace, circolazione extra-corporea a cuore fermo) sia con la TAVI, intervento mininvasivo che si esegue per lo più senza anestesia generale e con impianto della nuova valvola attraverso l’arteria femorale. In questo caso, in assenza di complicanze procedurali, il paziente potrebbe essere dimesso a 3 o 4 giorni dall’intervento.

Dal 2007 (anno di introduzione della procedura) al 2017 in Italia sono stati effettuati oltre 25.000 impianti tramite TAVI, con aumento annuo costante (da 98 impianti nel 2007 a oltre 5.500 nel 2017).

Sebbene fosse inizialmente destinata ai pazienti non trattabili chirurgicamente, la TAVI oggi è indicata anche per pazienti a rischio più moderato che potrebbero avere una migliore qualità e aspettativa di vita rispetto al trattamento chirurgico o alla sola terapia medica.
Tuttavia la tecnica, come detto, è ancora sottoutilizzata. Lo conferma un’indagine Doxa realizzata su un campione di 150 medici di medicina generale (MMG) e 100 cardiologi di base.

Il logo del progetto TAVI è VITA.

Dall’indagine Doxa emerge che non è elevata nei due target la conoscenza della stenosi aortica né la conoscenza delle possibili opzioni terapeutiche o del percorso ideale che dovrebbe fare il paziente affetto da tale patologia. Tra i vantaggi riconosciuti alla tecnica TAVI, da entrambi i target, figura sicuramente la minore invasività della procedura rispetto all’intervento chirurgico standard e i conseguenti vantaggi post operatori con un recupero più agevole e veloce. In generale, la tecnica TAVI sembra godere di un percepito positivo in entrambi i target e in grado di rappresentare un’innovazione rispetto all’intervento chirurgico standard, in termini di costi e di invasività e recupero post-operatorio.

Tra i punti deboli percepiti sulla terapia, invece, se nel 50% dei casi i MMG non ne individuano o non si sentono in grado di rispondere come segno di conoscenza limitata, chi si esprime indica problematiche legate alla tipologia di pazienti che possono essere operati con tecnica TAVI. Anche i cardiologi, con più forza rispetto ai MMG, ritengono che per alcune tipologie di pazienti l’intervento con tecnica TAVI non sia adeguato ed evidenziano anche alcune problematiche legate alla sicurezza della procedura.

Infine, evidenti le necessità, in particolare dei MMG, rispetto alla conoscenza della patologia e delle tecniche di intervento. Le necessità riguardano informazioni che specifichino meglio le indicazioni per la TAVI o per l’intervento chirurgico standard ma anche informazioni più a carattere generale che aiutino i clinici a condividere le caratteristiche peculiari delle diverse soluzioni terapeutiche con i propri pazienti.

Il progetto TAVI è VITA prosegue con una serie di iniziative di sensibilizzazione sulla stenosi aortica e sulla TAVI. In particolare, saranno istituiti due tavoli di lavoro con i principali esponenti della cardiochirurgia e della cardiologia interventistica piemontese e campana per predisporre due documenti che raccolgano le necessità delle Regioni e propongano la creazione di due reti a iso-risorse.
Inoltre, saranno organizzati weekend informativi rivolti ai pazienti e ai familiari.

L’importanza del progetto, sostenuta dai risultati dell’indagine Doxa, ha spinto le maggiori società del mondo cardiologico a collaborare all’iniziativa.

Cristina Suzzani