Studio PULSE: TAC coronarica migliora il follow-up dopo angioplastica

La Cardiologia universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino, diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari, ha coordinato lo studio internazionale PULSE, presentato al Congresso Europeo di Cardiologia a Madrid.

Lo studio ha coinvolto 600 pazienti sottoposti ad angioplastica e posizionamento di stent nel tronco comune coronarico, confrontando due strategie di follow-up: controllo clinico tradizionale basato sui sintomi e controllo mediante TAC coronarica a 6 mesi dall’intervento.

Risultati principali

I dati mostrano che l’impiego routinario della TAC coronarica non riduce la mortalità, ma diminuisce significativamente il rischio di infarto miocardico nei 18 mesi successivi, rispetto al follow-up clinico. La TAC consente di intercettare problemi prima che diventino sintomatici, integrandosi con la valutazione clinica tradizionale.

Collaborazione implicazioni cliniche

Lo studio, finanziato dal Ministero della Salute, ha coinvolto 15 centri italiani e internazionali, tra cui gli ospedali Giovanni Bosco, Maria Vittoria e Rivoli.

Pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, lo studio è stato coordinato dal professor Fabrizio D’Ascenzo, dal professor Gianluca Campo e dal dottor Enrico Cerrato.

Secondo il dottor Ovidio De Filippo e il professor D’Ascenzo, la TAC coronarica a 6 mesi può migliorare la sicurezza dei pazienti selezionati, senza sostituire la visita medica. Entrambe le valutazioni si completano a vantaggio del follow-up personalizzato, deciso dallo specialista in base alla storia clinica del paziente.

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