Trapianto di fegato ricondizionato per Ismett

chirurghi%20al%20lavoro«La carenza di organi», spiega Angelo Luca, direttore di Ismett, l’Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione, «causa ogni anno la morte di molti pazienti in lista di attesa ma comporta anche costi rilevanti per il Servizio Sanitario Regionale perché i pazienti con malattia terminale di organo richiedono ricoveri ripetuti e terapie costose. La carenza di organi è un problema nazionale, ma in Sicilia è più grave visto che ancora oggi oltre il 50% degli organi trapiantati proviene da donatori di altre Regioni e si tratta quasi sempre di organi cosiddetti “marginali”».
Per far fronte a questa mancanza, negli ultimi tempi sono state messe appunto tecnologie in grado di rigenerare organi vecchi perché possano funzionare ancora a lungo e garantire salute a chi li riceve. Finora in Italia erano stati effettuati solo due trapianti di fegato ricondizionato. Ora il numero è raddoppiato, grazie ai due nuovi trapianti eseguiti dall’équipe dell’Ismett: i due organi utilizzati sono stati trattati, in un caso, con una perfusione subnormotermica (a bassa temperatura) e, nell’altro, con una perfusione normotermica, procedura molto più complessa.
I due pazienti trapiantati sono in buone condizioni generali e uno di questi (quello che ha ricevuto il fegato trattato in normotermia) è già stato dimesso. Si ricorda che in Italia l’uso di queste tecniche di ricondizionamento per trapianto è regolamentato dal Centro Nazionale Trapianti e, grazie a queste metodiche, è atteso un incremento del 10% dei trapianti.

Stefania Somaré