Tumore al seno: i vantaggi di una Breast Unit

Tumore al seno: i vantaggi di una Breast Unit
Francesca Merzagora

È il primo tra i tumori che colpiscono la donna. Uno studio condotto da Onda, in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane e Senonetwork, ha individuato un modello virtuoso che dovrebbe essere clonato da più realtà possibili: quello dei centri di senologia, in grado di effettuare analisi ed esami entro una settimana dalla scoperta del rischio, definire le cure entro otto giorni e organizzare l’intervento entro tre settimane. Ulteriori quindici giorni sono necessari per avere i risultati della biopsia sul tessuto prelevato e definire il percorso successivo che richiede due settimane per iniziare la chemioterapia e sei per la radioterapia.
Ciò è possibile grazie a un’organizzazione attenta alla persona.

Lo studio è stato condotto tramite la somministrazione di questionari e l’analisi della casistica trattata ogni anno dai centri di senologia.
Certo, accanto a queste notizie confortanti ne arrivano di meno piacevoli: i centri di senologia non sono infatti diffusi in modo omogeneo su tutto lo stivale, nonostante le indicazioni nazionali espresse nel documento della Conferenza Stato-Regioni del 18 dicembre 2014. A questo primo rapporto ne seguiranno altri, sempre condotti da Onda con Senonetwork. Il prossimo riguarderà un’indagine dei momenti più significativi del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale delle pazienti dei centri di senologia, e in particolare il vissuto di ogni donna con focus sul tema del tempo risparmiato e della loro qualità della vita personale, sociale e lavorativa.

Francesca Merzagora, presidente di Onda, sottolinea: «da alcuni studi condotti da Onda su donne con tumore al seno emerge il forte impatto negativo della terapia sul loro vissuto quotidiano e su quello dei loro familiari, dovuto principalmente al dispendio di tempo nell’attesa di ricevere le terapie in ospedale. Poter usufruire di terapie che riducano i tempi di somministrazione, per esempio attraverso le nuove formulazioni sottocutanee o orali, permetterebbe di preservare meglio la qualità della vita delle pazienti e garantire anche una maggiore efficienza e controllo dei costi nei centri». I dati raccolti nei vari studi permetteranno di delineare linee guida per la migliore gestione delle pazienti con tumore al seno, anche e soprattutto nell’ottica della umanizzazione.

Stefania Somaré