Un’innovativa bioprotesi valvolare aortica è stata impiantata al Centro Cardiologico Monzino

Nuova bioprotesi aortico al Centro Cardiologico MonzinoLa più avanzata bioprotesi valvolare aortica attualmente disponibile è stata impiantata per la prima volta in Italia dall’équipe del prof. Francesco Alamanni, direttore della UO Chirurgia Cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino.
L’innovazione principale della valvola (Inspiris Resilia di Edwards Lifesciences) è un tessuto pericardico che conserva l’integrità, ritarda la calcificazione e offre prestazioni emodinamiche prolungate. Inoltre, la bioprotesi è conservata a secco, è pronta all’uso e ha una predisposizione all’impianto TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation, impianto valvolare aortico transcatetere) con tecnica valve-in-valve (VinV).
«È un’ottima notizia per chi deve affrontare una sostituzione valvolare aortica», spiega Francesco Alamanni. «Il paziente, soprattutto se giovane, ha due possibilità: una protesi meccanica con terapia anticoagulante a vita (con gli effetti collaterali di questi farmaci) o una protesi biologica, con la certezza di un reintervento dopo 10-15 anni, perché la bioprotesi inevitabilmente va incontro a degradazione. Il secondo intervento, tuttavia, può essere molto invasivo. La nuova bioprotesi risolve questo problema perché la fascia di base dello stent è stata dotata di un sistema di apertura controllata, in pratica un anello espandibile, che consente di recuperare spazio utile per impiantare una TAVI. Una soluzione preziosa anche per pazienti con anulus aortico di ridotte dimensioni, che potrebbero richiedere una procedura di VinV in futuro».
Le TAVI si fissano grazie a uno stent, che viene introdotto con un catetere attraverso le arterie e si gonfia sull’anello aortico, e sono state concepite appunto per i pazienti critici, fra cui coloro che necessitano di un reimpianto.

«L’avvento delle TAVI e la possibilità di trattare le bioprotesi colpite da degenerazione strutturale con procedura VinV ha ampliato le possibilità di scegliere la valvola biologica al posto della meccanica e Inspiris Resilia rende più facile questa scelta», continua Alamanni. «Le linee guida AHA/ACC (American Heart Association e American College of Cardiology) pubblicate di recente portano a 50 anni la soglia di età alla quale è ragionevole scegliere una protesi biologica al posto di una meccanica, non più solo come conseguenza della difficoltà e/o impossibilità di assumere una terapia anticoagulante, ma anche in relazione ai valori e alle preferenze del paziente».

Lo studio sul pericardio Resilia è iniziato nel 2004. Nel 2012, l’FDA ha autorizzato la costituzione di un trial clinico, il Commence: uno studio prospettico non randomizzato che prevede la partecipazione di 31 Centri e l’arruolamento di 1.025 pazienti sottoposti a sostituzione valvolare aortica. Nel corso dell’ultimo congresso della Società Europea di Cardiochirurgia Toracica, EACTS, che si è svolto nel 2016 a Barcellona, sono stati presentati i risultati preliminari sia del Commence Trial che quelli di un parallelo studio Europeo a 3 anni ed entrambi hanno evidenziato prospettive incoraggianti.