L’Italia accelera sui big data in sanità

Imparare dalle Intelligence Community

L’Italia si attrezza per rispondere alla sfida dell’informatizzazione della medicina con il Progetto Health Big Data, finanziato dal Ministero della Salute, che coinvolge i 51 Irccs italiani. Si è tenuto intanto il convegno “Big data, good data, smart data nella ricerca e nella pratica cardiovascolare”, primo evento ufficiale della Rete Cardiologica italiana, organizzato da MultiMedica disponibile online fino a maggio 2022.

I big data rappresentano un patrimonio informativo immenso che, se adeguatamente sfruttato, potrà portare innumerevoli vantaggi nei percorsi diagnostico-terapeutici, nella ricerca scientifica e nella programmazione sanitaria, permettendo di definire la cura migliore per il singolo paziente, riducendo i tempi necessari per identificare nuove promettenti molecole e supportando politiche di salute pubblica più consapevoli, in funzione degli effettivi bisogni della popolazione, ma anche favorendo una sorveglianza sanitaria proattiva, per il controllo tempestivo delle emergenze pandemiche.

La sanità oggi ha una quantità di dati immensa ma molto frammentata, poiché deriva da innumerevoli fonti diverse (dalla cartella clinica al fascicolo sanitario elettronico, dai dati di imaging a quelli provenienti da device indossabili e app) e non viene raccolta secondo modalità omogenee.
Una tale complessità di informazioni richiede strumenti di analisi sempre più sofisticati: diventa così essenziale creare strategie combinate che uniscano i migliori ingegni tra medici, esperti di ricerca avanzata in ambito matematico e di analisi informatica, per riuscire a trarre dai dati il massimo della conoscenza.
Su questo fronte, l’accelerazione in Italia è significativa, con uno stanziamento di investimenti triplo rispetto alla Germania e doppio rispetto alla Francia per l’informatizzazione della medicina.

Per identificare dei fattori comuni di raccolta e analisi dei dati, è nato il progetto Health Big Data: finanziato dal Ministero della Salute con un investimento pari a 55 milioni di euro, tra i più importanti mai stanziati in quest’ambito, coinvolge i 51 Irccs italiani (la Rete Cardiologica, Oncologica, Pediatrica, delle Neuroscienze e Neuroriabilitazione), in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Il progetto, che si articola su 10 anni, punta a costruire una piattaforma IT federata, che permetta di valorizzare quanto già presente nei singoli Irccs e nelle loro reti per raccogliere, condividere e processare i dati clinico-scientifici dei pazienti, codificandoli in modo uniforme.

«Stiamo andando sempre più verso una medicina predittiva e di precisione, in cui conoscere a fondo la singola persona potrà consentire di valutare i suoi fattori di rischio e offrire una terapia il più possibile su misura», spiega il prof. Gian Franco Gensini, direttore scientifico Irccs MultiMedica e membro del Consiglio Direttivo della Rete Cardiologica Irccs.
«Qui i big data possono giocare un ruolo importante ma, per creare valore, le informazioni devono essere di qualità, raccolte in modo armonico e integrato, in una logica di interoperabilità. Solo così si potranno avere concreti vantaggi per la ricerca, per i pazienti e per il SSN».

Per fare il punto su come raccogliere, interpretare e condividere la mole enorme di informazioni di cui oggi disponiamo, si è tenuto il convegno “Big Data, Good Data, Smart Data nella ricerca e nella pratica cardiovascolare”, primo evento ufficiale della Rete Cardiologica italiana, organizzato da MultiMedica presso l’Irccs di Sesto San Giovanni, alla presenza di esponenti di spicco delle Istituzioni, del mondo ospedaliero e accademico. L’evento FAD organizzato dall’Irccs MultiMedica resterà disponibile online fino all’11 maggio 2022.

Roberto Tognella