Il piano di sviluppo del Policlinico San Martino si propone come esempio di pianificazione strategica, organizzativa e strutturale che interviene sull’intero ospedale con previsioni e indirizzi di medio-lungo periodo.

Direttore dell’UnitĂ  Operativa AttivitĂ  Tecniche dell’Ospedale San Martino di Genova, l’arch. Alessandro Orazzini ha seguito direttamente tutto l’iter per l’ampliamento del Blocco Operatorio del Monoblocco e per la realizzazione dell’adiacente edificio dei nuovi Laboratori centralizzati.

arch. Alessandro Orazzini – Irccs AOU Policlinico San Martino – IRC

«Il nuovo Blocco Operatorio consta in 10 sale operatorie (di cui una ibrida e una dotata di robot) con relativi magazzini e locali tecnici distribuiti su ogni piano del nuovo edificio.
Completano l’intervento una Terapia Intensiva da 12 postazioni, di cui 2 per pazienti isolati, ottenuta ristrutturando una porzione del 2° piano del Monoblocco e direttamente comunicante con il nuovo edificio del Blocco Operatorio.

La realizzazione del 3° piano, da destinare alla Terapia intermedia con 8 postazioni, è stata proposta in sede di gara quale miglioria. Lo stanziamento complessivo è stato pari a 21 milioni di euro.
Quest’opera prese avvio nel luglio 2015, dopo una gara per l'”offerta economicamente piĂą vantaggiosa”.
Nel 2017, dopo la validazione del progetto esecutivo e l’avvio dei lavori, intervenne il fallimento della capofila e il cantiere fu ripreso solo l’anno dopo, con affidamento alla seconda classificata.
I lavori sono stati ultimati nel giugno 2020, con l’avvio immediato delle prime sedute operatorie.

La recente emergenza Covid-19 ha costretto all’utilizzo anticipato della Terapia intensiva cardio-toraco-vascolare, appena ultimata al 2° piano, e della Terapia intermedia, giĂ  operativa da fine 2019 al 3° piano del Monoblocco.
Un recentissimo finanziamento misto (Regione e Policlinico) e la ri-finalizzazione di un residuo dello stanziamento originario per il nuovo Blocco Operatorio ha consentito l’avvio di lavori complementari per trasferire dal 7° al 2° piano del Monoblocco i vecchi reparti Emodinamica e UTIC, i cui lavori sono in corso».

I nuovi Laboratori centralizzati concentrano in un solo edificio una quarantina di laboratori distribuiti in tutto il complesso ospedaliero.
La relativa gara fu uno dei primi esempi di leasing immobiliare ed ebbe fin dall’inizio un iter contrastato da continui ricorsi, sino al giudizio finale che vide soccombere i ricorrenti.

A metĂ  dell’opera intervenne anche il fallimento dell’impresa capofila dell’ATI aggiudicataria.
I lavori sono giunti a conclusione nel maggio 2019, seguiti immediatamente dai primi trasferimenti delle attivitĂ  di laboratorio.
In questo caso il costo dell’investimento è pari a circa 22 milioni di euro lordi, oltre agli interessi distribuiti in 20 anni».

Orizzonte San Martino: distribuzione futura delle funzioni insediate

Quali sono gli aspetti qualificanti dei progetti realizzati, dal punto di vista delle sinergie interne?
«I due edifici “satelliti” costruiti sul retro del Monoblocco sono intimamente collegati con l’edificio principale.
Al 2° piano, in particolare, creano un “unicum” interconnesso di attivitĂ  fortemente interagenti che comprende Anatomia patologica nei Laboratori, 10 sale operatorie nel nuovo Blocco operatorio, 4 sale operatorie nell’ala di levante del Monoblocco, 12 postazioni di Terapia Intensiva cardio-toraco-vascolare nel corpo centrale del Monoblocco e, infine, l’UTIC con la nuova Emodinamica nell’ala di ponente.

Fortemente voluto e faticosamente realizzato, questo intervento rappresenta uno dei primi passi della riorganizzazione avviata dall’ospedale con un piano di medio-lungo periodo, che ha trovato la sintesi nella recente approvazione dello strumento di pianificazione denominato Orizzonte San Martino».

Strategie per un futuro efficiente

Di cosa si tratta?
«L’obiettivo principale di Orizzonte San Martino è superare decenni di programmazione rinviata, per seguire le emergenze che anno dopo anno affliggevano l’ospedale, trascurando di perseguire una organizzazione per poli omogenei e le varie relazioni tra reparti affini.
Redatto in collaborazione con Dipartimento ABC del Politecnico di Milano, il piano presenta una rinnovata attenzione anche nei confronti degli aspetti patrimoniali.
Fino a qualche anno fa, infatti, buona parte dell’ospedale era ospitata al di fuori delle mura, in edifici fatiscenti di proprietĂ  demaniale e comunale gestiti dall’UniversitĂ .

Dal punto di vista metodologico la ricerca ha interessato l’analisi della situazione esistente e del quadro programmatico esigenziale, lo studio di pre-fattibilitĂ  e configurazione spaziale e funzionale e la definizione di un accordo di programma.
Il programma previsto da Orizzonte San Martino è già stato avviato e attualmente consta di ben 9 interventi, tutti in diversi stadi di attuazione.
Oltre al Polo delle chirurgie (nuovo Blocco Operatorio e ammodernamento del Monoblocco) e ai Laboratori centralizzati, comprende:

  • riqualificazione del Polo Emato-oncologico
  • nuovo DEA
  • nuovo Polo delle cure psichiatriche (pad. 8)
  • nuova Foresteria con risistemazione del parco centrale
  • nuova elisuperficie
  • nuova centrale termica (pad. ex Guido Rossa)
  • nuovo Polo delle Medicine (padd. 9-10-11).

La prima fase 2020-2024 è già in stato avanzato di attuazione: alcuni degli interventi citati sono già terminati, mentre gli altri sono tutti già finanziati o in fase avanzata di gara o di imminente avvio lavori.

La fase successiva (2025-2030) interesserĂ  la riqualificazione dell’attuale DEA e la sua trasformazione per accogliere il Pronto Soccorso pediatrico e i reparti dell’area Materno-infantile, oggi ospitati nel vecchio pad. 2.
Nel contempo anche i reparti di Ginecologia presenti nell’adiacente pad. 1 saranno trasferiti nel Monoblocco, riqualificato e destinato ad accorpare tutte le chirurgie.

Un altro intervento indispensabile sarĂ  il nuovo padiglione della Medicina Nucleare, previsto in adiacenza al Polo Onco-Ematologico.
L’emergenza Covid-19 ha anche suggerito l’identificazione di un nuovo padiglione, nel quale accorpare gli attuali reparti di Patologie infettive, e la previsione di un settore da destinare alle emergenze in genere, anche di tipo pandemico».

Ospedale e spazio urbano

Quali modalitĂ  e tempi sono previsti per la costruzione del nuovo DEA?
«Il progetto è parte integrante della gara di leasing immobiliare con la quale andremo ad appaltare i lavori.
Il leasing immobiliare è uno strumento che, nonostante due anni persi per i ricorsi e il fallimento dell’impresa capofila, abbiamo già sperimentato con soddisfazione nell’appalto per la realizzazione dei nuovi Laboratori centralizzati.
L’investimento è pari a 45 milioni di euro che, considerando gli interessi, diventeranno circa 65 milioni complessivi da restituire nell’arco di 20 anni dal collaudo dell’opera.
La procedura è in corso e confidiamo di aggiudicarla entro la fine dell’estate, sperando che non ci siano ricorsi».

Schema organizzativo del Pronto Soccorso per intensitĂ  di cure

Quali sono gli aspetti qualificanti dell’intervento?
«Il progetto di fattibilitĂ  tecnica ed economica del DEA è stato interamente sviluppato dall’U.O. AttivitĂ  tecniche, sulla base dell’analisi e delle valutazioni emerse durante lo sviluppo del progetto Orizzonte San Martino.
La soluzione progettuale è stata elaborata sulla base di un’indagine svolta in collaborazione con il Politecnico di Milano, che ha analizzato l’attivitĂ  in emergenza-urgenza dell’Ospedale San Martino e messo a confronto 15 fra i casi piĂą rappresentativi di DEA italiani di I e II livello, di recente realizzazione.
Il nuovo DEA sorgerĂ  in adiacenza all’attuale Pronto Soccorso, costituirĂ  con quest’ultimo il Polo delle Emergenze e sarĂ  collegato direttamente con il Monoblocco – quest’ultimo è destinato a diventare il Polo delle Chirurgie e Diagnostica per Immagini (oltre 600 p.l.).

Oltre alla definizione dei principali parametri progettuali, dell’organizzazione spazio-funzionale e del linguaggio architettonico, il progetto vuole contribuire anche al rinnovamento dell’immagine del quartiere. Allo scopo sono stati individuati alcuni “capisaldi” che costituiranno gli obblighi ai quali, mantenendo la massima libertĂ  d’interpretazione, gli offerenti si dovranno attenere.

L’aspetto piĂą interessante consiste nell’arretramento dell’ospedale rispetto ai propri confini, per creare una piazza urbana, aperta alla libera fruizione, in modo accessibile e sicuro, da parte dei cittadini.
L’idea della piazza quale punto di incontro e di ritrovo è rafforzata sia dalla previsione di uno spazio porticato – protetto quindi dagli agenti atmosferici e sorvegliato, posto di fronte all’ingresso del Nuovo DEA – sia dalla copertura verde dell’edificio – attrezzata con un’area pavimentata e con sedute ombreggiate.

Ulteriori capisaldi del progetto – conclude l’arch. Orazzini – interessano i vari corpi trasparenti di collegamento verticale, situati:

  • fra la piazza urbana e la copertura verde del DEA, per superare il dislivello esistente fra lo spazio pubblico e il piano terra del Monoblocco, mediante elevatori aperti al pubblico utili anche a raggiungere i diversi piani del parcheggio
  • fra la copertura verde e il piano 4° del Monoblocco, equipaggiato con montalettighe e scala di sicurezza.

Giuseppe La Franca, architetto