Ustioni pediatriche gravi: maschere facciali stampate in 3D

In Italia i posti letto in reparti pediatrici dedicati a ustionati sono pochi, tant’è che un paziente su quattro tra i ricoverati nei Centri Ustione per adulti è un bambino.

Nei casi più complessi può essere necessario intervenire chirurgicamente per eliminare il tessuto morto e favorire la rigenerazione di tessuto nuovo. A volte si procede anche con innesto autologo di cute.
Dopo l’intervento si utilizzano placche su misura al cui interno vi sono dispositivi in silicone che massaggiano la parte ustionata, favorendone la guarigione. Tradizionalmente, per realizzare questo tipo di dispositivo si effettua un calco in gesso, doloroso e invasivo per il paziente, aggiungendo ulteriore trauma.

Grazie alla tecnologia 3D, oggi si può procedere diversamente. È ciò che sta avvenendo, per esempio, presso l’Istituto di Riabilitazione Pediatrica Romans Ferrari di Lione grazie alla collaborazione dell’azienda veneta 3DZ, produttrice di stampanti 3D, che ha varie sedi in Italia e anche filiali all’estero.
Il progetto è nato come pilota e si è concluso qualche mese fa, ma dati i risultati ottenuti il centro francese ha deciso di sostituire la vecchia procedura con quella nuova.
Questa prevede di utilizzare uno scanner 3D per rilevare le caratteristiche del volto del paziente in modo altamente preciso e, soprattutto, senza bisogno di contatto.
Il file ottenuto viene quindi elaborato da un software, Geomatic Freeform, per progettare la maschera su misura e, infine, passato a una stampante 3D, la Fuse 1 di Formlabs.

Si ottiene così direttamente una maschera in positivo, pronta per l’uso sul paziente. All’ideazione del processo hanno partecipato anche studenti dell’Ecole Centrale de Lyon. Christophe Debat, direttore del Centro Romans Ferrari, dichiara che «da diversi anni sognavamo di poter arrivare a realizzare lo stampo per le cure senza dover far subire al paziente un contatto diretto con la pelle ustionata».

Un sogno realizzato. Spiega Patrick Ferraris, direttore di 3DZ France: «ci rendiamo conto che questo mondo sta cambiando. Vedere quello che siamo in grado di curare e inventare grazie a ciò che abbiamo sviluppato nella catena di produzione 3D completa è qualcosa di semplicemente magico. In questo progetto, l’innovazione è al servizio del benessere dei pazienti.
L’applicazione realizzata da Romans Ferrari è un progetto umano che ha a cuore la salute futura di questi bambini. La digitalizzazione sostituisce la fusione in gesso e la modellazione sostituisce la fresatura manuale dei dispositivi di massaggio. I vantaggi della tecnologia della scansione e stampa 3D in questo caso sono sia per i pazienti, sia per la struttura ospedaliera».

Il processo permette infatti di raggiungere dispositivi forse più precisi risparmiando il tempo degli operatori. Ora si lavora all’idea di poter svolgere tutto il processo di scansione, rielaborazione e stampa a distanza, in ottica di teleassistenza/telemedicina.
Il progetto è stato premiato presso la fiera Global Industrie, la manifestazione francese più importante per il settore industriale.

Stefania Somaré