AIIC, reingegnerizzazione data driven di percorsi e processi

Dalla diagnostica, alla chirurgia, dalla manutenzione di dispositivi medicali all’ottimizzazione di percorsi dedicati al paziente.

Sono alcuni degli ambiti in cui la raccolta, l’interpretazione, l’elaborazione del dato, dei big data, si stanno affermando come mezzo e strumento per l’efficientamento nella continuità della cura offerta al paziente, per il potenziamento delle risorse umane e strutturali, per lo studio di modelli predittivi basati sul value based.

Dati che sono motore – il driver – e il governo – il driven – anche in ambito di ingegneria clinica. Ne sono dimostrazione alcuni progetti presentati nel corso della sessione “Reingegnerizzazione data driven di percorsi e processi”, al Convegno nazionale dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici in corso a Firenze, moderata da Matto Buccioli, referente regionale AIIC, Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, e Corinna Montana Lampo, Tecnica Ospedaliera, Divisione Healthcare Tecniche Nuove.

I progetti

Hanno come denominatore l’innovatività, lo sfruttamento del dato applicato a delle criticità emergenti osservate nella pratica clinica quotidiana, nella gestione delle risorse o degli spazi strutturali. I progetti dimostrano, nella totalità che la reingegnerizzazione del data driven di percorsi e processi è in grado di apportare efficientamento, i, raggiungimento dell’obiettivo o degli end-point primari e secondari dello studio, in un contesto di sostenibilità e risparmio temperale ed economico nel breve e lungo temine.

A guidare la messa a punto del progetto Dati Sanitari e approcci value based: lavorare sui processi per migliorare gli esiti presentato dal dott. Emanuele Porazzi, direttore HealthCare data Science Lab dell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza (VA), le sfide presenti e future del SSN: l’aumento dell’aspettativa di vita, l’assistenza primaria debole e carente, l’incrementata domanda di servizi legati al cambiamento demografico, l’inadeguata gestione dell’innovazione tecnologica, la carenza di personale sanitario.

Tali esigenze possono essere in parte soddisfatte dal ricorso a nuove opportunità digitali: mobile health (mHealth), telemedicina, big data e intelligenza artificiale, personal health record e fascicolo sanitario elettronico.

La Missione 6 del PNRR sostiene e promuove l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del SSN, al fine di migliorare la capacità di erogare e monitorare i LEA, attraverso sistemi informativi più efficaci. Quali, per esempio, i data-driven, cioè soluzioni che permettono il tracciamento puntuale del paziente-cittadino, rispondendo a diversi obiettivi: offerta di servizi paziente-centrici, basata cioè su bisogni reali misurati e partecipativi, con il coinvolgimento totale del paziente-cittadino, l’erogazione di servizi a distanza, attraverso soluzioni di medicina digitale, in un’ottica di prossimità con modelli di assistenza e cura studiati in relazione alle richieste del territorio.

L’approccio al paziente guidato dal Data Driven crea valore, il value based, indentificabile in: valore strategico per la generazione di nuovi modelli di erogazione e allocazione delle risorse; valore nella cura del paziente, in una logica di medicina personalizzata che consente di prevedere in anticipo progressioni di malattia e monitoraggio dell’efficacia terapeutica; valore predittivo, grazie alla comprensione di fattori che incidono sullo sviluppo delle patologie e/o sulle diagnosi percorsi, disponendo di dati in tempo reale e aggiornati attinenti al singolo paziente; valore per la ricerca e sperimentazione, agevolando e accelerando le fasi di testing e sperimentazione di nuovi farmaci e cure.

Il valore va sostenuto da un approccio sistematico al dato: una analisi dei processi per individuare le possibilità di introduzione degli aspetti tecnologici e digitali che partendo da un Business Process Reingeneering (BPR), dall’individuazione e attivazione del cambiamento, conduca a un BPR, un cambiamento graduale con piccoli interventi di BPR a flusso continuo, per mantenere l’allineamento con la struttura organizzativa.

Il progetto Wonder, presentato dall’ing. Giulio Iachetti di Medipass (Bologna), propone un percorso, guidato e improntato sul dato, per l’ottimizzazione del paziente sottoposto a procedure diagnostiche e/o terapeutiche, basate sulla somministrazione di radiofarmaci.

La produzione diagnostica in Medicina Nucleare è tra le più complesse; coinvolge infatti più flussi di personale sanitario con diversa expertise, operanti in sedi logistiche differenti interne alla struttura pur condividendo uno stesso paziente.

Flussi che necessitano di dialogare al meglio, nel più rapido tempo possibile, operando in maniera sincrona, pena il decadimento del radiofarmaco e la perdita di efficacia del trattamento. Al fine di evitare questo evento avverso, di efficientare procedure non invasive in vivo come quelle di medicina nucleare, di coniugare protocolli variabili modulati sul singolo paziente a dei vincoli di processo – la disponibilità del tomografo – e di applicare strumenti di schedulazione automatica, innovando il processo spesso gestito in maniera manuale, ai diversi protocolli diagnostici disponibili è stato studiato un modello di processo costruito sulla catena del valore in una logica lean, in cui cioè il parametro di governo del “push” lascia il passo al “pull”.

Logica in cui è il cliente a comandare il flusso e attorno al quale viene governato l’intero iter terapeutico. Il Progetto Wonder non è stato infatti concepito per un incremento la produttività, ma per ottimizzare il tempo dedicato al paziente.

La logica lean consente, infatti, maggiore interoperabilità tra i processi coinvolti e una correzione del processo in atto qualora insorgessero delle criticità respo possibile grazie alla realizzazione di un modulo RIS (Sistema Informativo Radiologico), con schedulazione automatica attraverso l’applicazione di intelligenza artificiale e schedulazione dinamica che prevede l’utilizzo dei parametri temporali storici per la definizione della durata di ogni singola slot d’esame.

Tra i vantaggi ulteriori, il profetto ha evidenziato la possibilità di correlazione a sistema qualità e di utilizzo per analisi di scenario/verifica in campo di innovazioni tecnologiche o organizzative.

Efficientamento di un percorso clinico per pazienti con prolasso della valvola mitrale è il nome del progetto presentato dall’ing. Maria Rita Romeo, della Fondazione Monasterio di Massa. È pratica clinica sottoporre il paziente candidato a chirurgia per il prolasso mitralico ad angiografia coronarica (CA), esame invasivo eseguito prima dell’intervento per escludere malattia coronarica (CAD) significativa. Il progetto messo in atto dimostra che l’angiografia coronarica con tomografia computerizzata (CTCA) può essere un’alternativa per escludere CAD. I sensibili benefici del modello alla valutazione HTA, hanno portato nel 2021 ad approvare un percorso diagnostico più sicuro, appropriato ed efficiente stratificando il rischio di CAD attraverso l’uso del Pre Test-Probability (PTP), sostituendo l’imaging invasivo in specifiche sottopopolazioni di pazienti, con l’obiettivo misurare l’aderenza i vantaggi ottenuti a 18 mesi di distanza.

Un’analisi retrospettiva, condotta tra il 2014 e il 2020, ha evidenziato un PTP basso-intermedio in pazienti senza lesioni coronariche significative (noCAD), e un PTP elevato in caso lesioni significative. L’analisi avrebbe dimostrato che in due terzi dei pazienti persi in esame si sarebbe potuto evitare l’esame invasivo CA. Mentre i risultati a 18 mesi avrebbero dimostrato l’efficacia predittiva del rischio di CAD nell’84% dei pazienti (59/70), a fronte anche di un’aderenza al percorso nell’86% (60/70) dei casi, e 51/70 procedure invasive evitate con un risparmio di 67.065 €. La riduzione dei costi ospedalieri, delle liste d’attese e dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti, rendono il modello applicabile anche in contesti di altre patologie valvolari.

Pronto Soccorso Challenge 360°. In ottemperanza alla DGR 6893 del 5 settembre 2022, finalizzata alla messa in atto di misure organizzative per l’efficientamento del flusso dei pazienti di Pronto Soccorso verso i reparti di area medica e, in particolare, alla riduzione del tempo di on-boarding, l’intervallo che intercorre tra l’indicazione di ricovero del paziente in Pronto Soccorso e l’ingresso in reparto dello stesso, l’ASST Sette Laghi di Varese ha sviluppato un progetto, presentato dall’ing. Lorenzo Isella, per la presa in carico e l’accompagnamento del paziente in tutte  le fasi del percorso emergenza/urgenza, dall’arrivo al Pronto Soccorso, alla degenza, alla dimissione verso domicilio o verso strutture post acuzie.

Per efficientare il percorso di processo, la struttura a partire dal 2019 ha avviato il Quick Door Point (QDP), un programma per la gestione centralizzata dei posti letto, costruita attorno ad alcuni punti di forza: il Nucleo di Bed Management, il Case Management Ospedaliero, la Centrale di Dimissioni Protette e Accompagnamento.

Vi è evidenza che il QDP è in grado di garantire un’assegnazione tempestiva e corretta dei posti letto, interfacciandosi con il personale dei Pronto Soccorso aziendali delle unità operative di degenza, con ulteriori leve di miglioramento rappresentate dal 9 o’clock, ovvero la pianificazione di almeno un ricovero in mattinata per emipiano, dalla revisione delle modalità di attivazione del Piano di Gestione del Sovraffollamento, dal calcolo dei posti letto che ogni Unità Operativa deve garantire quotidianamente al Pronto Soccorso, dalla centralizzazione dei sistemi di pedonaggio e trasporto secondario, dalla formalizzazione delle procedure di dimissione verso strutture esterne e di attivazione dell’assistenza domiciliare integrata per liberare posti letto a disposizione del Pronto Soccorso, la strutturazione di un’area di degenza ad alta rotazione di posti letto (Degenza Breve di Accesso) destinata ai pazienti per cui si prevede una dimissione.

È stato rilevato che nel gennaio 2023 il rapporto tra il numero di minuti di onboarding e il numero di accessi in Pronto Soccorso si è ridotto del 37% rispetto allo stesso periodo del 2021.

La continuità assistenziale nei percorsi di diagnosi e cura del paziente erogate da un sempre maggiore numero di tecnologie e apparecchiature ne richiede la massima performance: prerogativa sostenuta dall’esistenza di programmi di manutenzione del parco macchine.

Con questo obiettivo è stato implementato, presso l’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, il progetto Verso un’automazione della valutazione del processo manutentivo ospedaliero tramite l’impiego di indicatori chiave di prestazione (KPI), presentato dal dott. Carmine Di Meco, finalizzato a garantire massima efficacia e sicurezza dei dispositivi medicali/strumentazioni, ovvero tutela della continuità assistenziale e diponibilità delle prestazioni sanitare per pazienti e operatori.

Il progetto ha come punto di forza l’adozione di tre serie di indicatori chiave di prestazione (Key Performance Indicators – KPIs), tecnici, organizzativi e finanziari individuati tramite un’indagine retrospettiva, concentrata su dati manutentivi relativi al triennio 2020-2022.

La successiva creazione di una dashboard (cruscotto) interattiva, in grado di calcolare e rappresentare dinamicamente i KPI proposti tramite l’apporto di grafici dedicati, ha (at)testato la possibilità di effettuare una valutazione in tempo reale dello stato di avanzamento dei processi manutentivi e laddove necessario di facilitare il processo decisionale volto al miglioramento continuo dell’efficienza e al contenimento dei costi in ambito ospedaliero.

Oculistica++. Il progetto presentato dall’ing. Anna Squadra, rientra in un’ottica di espansione e differenziazione dei servizi, avviati dall’ASST Sette Laghi di Varese, in particolare all’interno della struttura complessa di oculistica. Nel mese di marzo 2022, è stato aperto pertanto un nuovo servizio di oculistica pediatrica, chirurgica e ambulatoriale, senza necessità di incremento di personale, grazie alle attività di rimodulazione ed ottimizzazione dell’intero servizio.

Tale obiettivo è stato raggiunto grazie alla riqualificazione ed ottimizzazione delle risorse umane presenti, compattando il personale amministrativo e infermieristico in un’unica piastra produttiva, alla rimodulazione degli spazi chirurgici e all’incremento del tempo di rotazione delle poltrone oculistiche per le procedure di cataratta.

Azioni che hanno permesso alla produzione a bassa intensità chirurgica un incremento del 24% dell’attività nel 2022 rispetto al 2019, a un efficientamento pari al doppio della produzione di chirurgia maggiore (ordinaria e day surgery) tra il 2019 e il 2022 sia in termini di quantità che di fatturato, favoriti anche dal rinnovamento del parco tecnologico.

Infine, la riconfigurazione degli spazi ha permesso ridurre del 50% i tempi di percorrenza dei pazienti provenienti da pronto soccorso, dal fast track, e di ottimizzare tutti i percorsi aziendali sia ai fini amministrativi sia in ottica clinico/sanitaria.