Al San Gerardo nuovo Centro Studi sul tumore mammario

All’Ospedale San Gerardo di Monza è stato attivato il Centro Studi sul tumore mammario Raffaella Trabattoni, istituito e formalmente afferente a un ente esterno senza fini di lucro, il Consorzio A&Q.
«Anche le forme biologicamente più favorevoli, quelle che esprimono i recettori ormonali,
possono dare metastasi, più frequentemente a ossa e polmone», specifica la prof.ssa
Marina Cazzaniga, oncologa, direttore del Centro Ricerca Fase 1 dell’ASST di Monza e
ricercatrice del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano-
Bicocca.

«Oggi abbiamo tanti farmaci e molti protocolli di ricerca che possono rallentare
l’evoluzione della malattia, anche a Monza: l’istituzione nel 2017 del Centro di Ricerca ci ha
permesso di poter offrire alle nostre pazienti oncologiche ma non solo, farmaci innovativi
che altrimenti avrebbero avuto solo spostandosi in altri Centri».

Raffaella era una donna forte e coraggiosa, ha fatto un lungo percorso di vita accompagnata dalla malattia, alla quale però non ha mai ceduto il passo.

Un percorso, dunque, fra ricerca e condivisone degli obiettivi di vita quello che oggi trova il
suo compimento nell’inaugurazione di questo centro di studi, sede simbolica nel Centro di
Ricerca Fase 1, vicino al cuore delle pazienti, ma aperto al mondo accademico e scientifico.

«Grazie al Centro Studi Raffaella Trabattoni, con Nicoletta Cordani e Maria Grazia Cerrito,
colleghe dell’Università Milano-Bicocca, stiamo lavorando su due progetti molto importanti
per noi e per le nostre pazienti.

Il primo riguarda lo studio dei meccanismi di resistenza agli inibitori CDK 4/6, che oggi sono la terapia standard per le pazienti con tumori che esprimono i recettori ormonali, come la malattia di Raffaella; il secondo è uno studio di frontiera, in collaborazione con l’Istituto Besta e con il gruppo del prof. Augusto Pessina dell’Università degli Studi di Milano: è una ricerca che riguarda l’impiego delle cellule mesenchimali per veicolare il farmaco chemioterapico, con il duplice scopo di mirare il tumore come un bersaglio e rilasciare a questo livello il farmaco.

Abbiamo sempre lavorato sulla medicina di precisione, massimo effetto sul tumore, pochi effetti sulla qualità della vita dei pazienti; la chemioterapia metronomica e le nuove ricerche sulle cellule staminali potrebbero cambiare parte della storia di malattia di altre donne come lei. Raffaella ancora una volta non ha ceduto il passo alla sua malattia, oggi la combatte solo con armi diverse».