Al Santa Maria Nuova rimodulazione del Pronto Soccorso

Al Santa Maria Nuova rimodulazione del Pronto SoccorsoSono stati avviati i lavori per la rimodulazione del Pronto Soccorso dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, finalizzata al miglioramento dei percorsi dei pazienti e alla riduzione dei tempi d’attesa.
Il progetto è suddiviso in sei fasi, che si svolgeranno nell’arco di diciotto mesi per arrecare ai pazienti il minimo disagio possibile.

Si è iniziato con il cantieramento dell’area dedicata all’attesa dei pazienti e dei familiari ha preso il via questa mattina il progetto di rimodulazione degli spazi e dei percorsi al Pronto Soccorso del Santa Maria Nuova. Sono interessati dai lavori sia il Pronto Soccorso generale sia quello pediatrico.

L’obiettivo dei lavori è impiegare gli spazi secondo una distribuzione dei percorsi che tende ad anticipare la presa in carico dei pazienti in aree dedicate e a ottimizzare i tempi di gestione di chi si rivolge al servizio con patologie e traumi minori, come è il caso di oltre la metà degli accessi.

Alla base della nuova impostazione c’è la suddivisione dei pazienti nelle aree di visita secondo il livello di criticità clinica, con i professionisti che si muovono all’interno delle aree da paziente a paziente e non più rimanendo all’interno di un unico ambulatorio di visita.

Come spiega Anna Maria Ferrari, direttore del Pronto Soccorso e del Dipartimento aziendale Emergenza-Urgenza:«la possibilità di compattare l’iter di valutazione del paziente deriva dal fatto che sarà il medico a raggiungerlo nella cosiddetta “zona a rapida valutazione” o nella “area a media criticità” e non viceversa. Questo si traduce in una più precoce presa in carico da parte dell’équipe operante in quell’area e in una riduzione dei tempi morti in quanto è il medico a spostarsi da un paziente all’altro e non viceversa. Il percorso dei codici critici resta identico all’attuale, prevedendo l’accesso diretto del paziente nelle sale d’emergenza con l’équipe pronta a riceverlo».

La rimodulazione degli spazi prevede, tra l’altro, la creazione di ambienti dove somministrare le terapie meno invasive e monitorare il decorso di più pazienti contemporaneamente.