Da EMERGENCY un progetto di intelligenza collettiva

Eccellenza delle cure, qualità architettonica e sostenibilità economica e ambientale sono fra i principi che guidano la realizzazione degli ospedali di EMERGENCY, frutto di una metodologia finalizzata all’efficacia delle soluzioni.

Attuale direttore d’area dell’ANME (African Network for Medical Excellence), Roberto Crestan è stato coordinatore della Building Division di EMERGENCY NGO, nonché project manager del Centro di eccellenza in Chirurgia pediatrica di Entebbe (Uganda).

Il Centro di eccellenza in Chirurgia pediatrica a Entebbe visto da levante (credit: EMERGENCY NGO)

«Il progetto ha avuto una gestazione molto lunga. L’iniziativa del governo ugandese risale al 2009, a seguito del completamento del Centro Salam per la Cardiochirurgia pediatrica a Khartoum, ma solo nel 2012 è stato individuato un sito sufficientemente ampio, ben esposto e prossimo all’aeroporto internazionale, perciò adatto alla realizzazione dell’ospedale che ha carattere regionale.

La partecipazione al progetto del Renzo Piano Building Workshop – in affiancamento allo studio TAMassociati che, da sempre, segue i nostri progetti – è stata fortemente voluta da Gino Strada, che chiese all’architetto Piano un ospedale “scandalosamente bello”. Per EMERGENCY, la qualità anche formale degli spazi ospedalieri è infatti un aspetto molto importante non solo ai fini dell’ospitalità, ma anche del processo di guarigione».

Progettazione partecipata

Qual è lo scenario in cui si è svolto il percorso progettuale?
«Il Field Operation Department (FOD) dispone di tutte le competenze tecniche e organizzative necessarie a supportare l’attività degli dei nostri ospedali e, anche, dei progettisti, per quanto attiene gli aspetti di pianificazione, edili, impiantistici, sanitari, elettromedicali, IT, oltre alla raccolta dei fondi ecc.
EMERGENCY è perciò un committente proattivo: l’affidamento di un incarico a uno studio esterno comporta infatti la partecipazione attiva alla progettazione di medici, infermieri e tecnici, che hanno già lavorato nei nostri ospedali e che dovranno lavorarci una volta realizzati, svolgendo anche l’importante compito della formazione professionale del personale locale.

La “posa del primo albero” da parte di Gino Strada e Renzo Piano, alla presenza delle autorità governative ugandesi (credit: Courtnay Robbins)

La Building Division interna al FOD collabora attivamente alla progettazione, in modo che le decisioni in ordine al progetto sanitario, all’assetto spazio-funzionale, allo studio dei percorsi, al pari delle scelte relative all’architettura, agli impianti ecc. sono perciò frutto del confronto e della collaborazione fra il nostro personale e i progettisti, all’interno di un quadro generale in cui le risorse – non solo quelle economiche, ma anche l’acqua, l’energia ecc. – devono trovare la migliore allocazione.

Questo metodo consente di calibrare le scelte progettuali in relazione alle specificità sociali, culturali, ambientali, climatiche ecc. dell’area d’intervento. Si tratta perciò di individuare le soluzioni considerando non solo gli standard prestazionali – il nostro riferimento sono quelli europei – ma anche questioni pratiche, come la reperibilità di materiali e apparecchiature, e il livello di competenza delle maestranze».

Soluzioni alternative

In sostanza, ogni ospedale è diverso dagli altri…
«È così. Nel caso del Centro di eccellenza in Chirurgia pediatrica, le condizioni climatiche del sito sono state uno degli aspetti più complessi da affrontare. In Uganda le temperature non sono particolarmente elevate, ma il livello di umidità relativa dell’aria è elevatissimo durante tutto l’anno. Sono state perciò vagliate diverse alternative per fronteggiare il problema, ricorrendo in alcuni casi a soluzioni inusuali ma non per questo meno efficaci.

Gli impianti di climatizzazione, per esempio, sono predisposti per consentire la disattivazione della sezione destinata al raffrescamento dell’aria e, nel caso fosse ritenuto necessario, in futuro potranno funzionare solo con le sezioni per la filtrazione e il ricambio igienico dell’aria, con notevole contenimento dei consumi energetici. Da questa opzione sono escluse le aree critiche (sale chirurgiche ecc.), per le quali sono sempre mantenuti i migliori standard prestazionali.

Un’altra soluzione interessante riguarda la separazione fra spazi interni ed esterno: molti dei percorsi si sviluppano infatti all’aperto, perciò l’edificio dispone di numerosi accessi che, in teoria, dovevano essere equipaggiati con filtri dotati di doppia porta, anche solo per evitare l’ingresso degli insetti. I filtri sono stati mantenuti solo nel Blocco operatorio e nella Terapia intensiva, mentre tutti gli altri accessi dall’esterno sono protetti da potenti lame d’aria che, anche con le porte aperte, assolvono egregiamente al loro compito.

Dentro le sale operatorie, i pavimenti e rivestimenti a parete sono realizzati con piastrelle invece che con materiali plastici continue. In questo caso le condizioni di trasporto dei materiali e la reperibilità di macchinari, materiali e manodopera locali non permettevano di posare e, quando necessario, riparare i materiali normalmente utilizzati nei locali chirurgici degli ospedali europei.

Ciò nonostante, i risultati dei test periodici circa il livello di contaminazione delle superfici restituiscono valori che non destano alcuna preoccupazione. In ogni caso l’intero progetto rispetta le normative tecniche vigenti ed è stato sottoposto al vaglio delle autorità sanitarie locali. Come per i molti altri ospedali di EMERGENCY, anche la realizzazione del Centro di eccellenza in Chirurgia pediatrica di Entebbe si è rivelata un’esperienza estremamente interessante, dal punto di vista umano e professionale».

Gino Strada (foto: Giles Duley)

«Il diritto alla salute è un bene comune e dev’essere garantito in Italia come in Uganda. Il modo migliore per aiutare l’Africa è fare lì quelle stesse cose che vorremmo avere anche qui da noi, in Italia», Gino Strada.

 

I nomi della solidarietà

Il Centro di eccellenza in Chirurgia pediatrica è stato realizzato con il determinante contributo gratuito di professionisti, imprese, produttori, fornitori, enti e cittadini italiani.

Finanziatori
Paola Coin
RPBW
Fondazione Prosolidar
Stavros Niarchos Foundation
Fondazione Ravasi Garzanti
Sergio Lorenzoni
Eleonora Zanettin

Donatori Partners
Agatos, AGC
Alessio Tubi
Duferco Travi e Profilati
Enel Greenpower
Simona e Franco Giorgetta Architetti Paesaggisti
Ingretech
J&A Consultants
KSB
Maeg
Mapei
Milan Ingegneria
Milani
Pellini
Performance In Lighting
Perin
Prisma Engineering
Termoidraulica
Resstende
Safic Alcan
Santerno Enertronica
Schneider Electric
Schüco Italia
TAMassociati
Tecnotubi
Theatro
Thema
Zinchitalia
8×1000 Chiesa Valdese

Donatori Supporters
Alubel
Atlas Concorde
B Braun
Cool Head Europe
Doka
Favero
FIAMM
GAE Engineering
Giugliano Costruzioni Metalliche
Riello UPS
Valsir
Velux
Zintek
Donatori Friends of EMERGENCY Banor
Barlett
Casalgrande Padana
Cofiloc
Fondazione Promozione Acciaio
Fumagalli
Gima
GSA
Leister
Maspero Elevatori
MPL Feralpi Group
Polyglass
PPG
Tecnaria
Zanutta

Giuseppe La Franca, architetto