Enti intermedi in sanità, disponibile un Quaderno Monitor

Scaricabile online, fornisce un’idea della natura degli enti intermedi già esistenti sul territorio e offre spunti per poterne implementare altri.

Nell’assetto organizzativo del SSN ci sono anche gli enti intermedi, ovvero soggetti istituiti dalle Regioni per fornire un supporto allo svolgimento di attività di competenza regionale e/o delle aziende sanitarie. Al momento, gli enti intermedi diffusi sul territorio nazionale sono trentadue, ma la distribuzione non è uniforme, tanto da essere presenti solo in sedici Regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Bolzano, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto.

Diverse anche le funzioni esercitate da questi enti, classificabili i tre categorie: agenzie regionali finalizzate al supporto delle funzioni di pianificazione dell’Assessorato; soggetti istituzionali che centralizzano alcune funzioni tecnico-amministrative, dalla logistica all’amministrazione del personale; aziende sanitarie pubbliche che hanno l’incarico di governare e coordinare il gruppo pubblico regionale.

A questi enti e ai loro modelli organizzativi è dedicato un Quaderno Monitor di Agenas, realizzato in questo caso con la collaborazione del Cergas dell’Università Bocconi di Milano e della Scuola di Management della stessa Bocconi. L’indagine è stata presentata nei giorni scorsi presso Agenas.

Scopo dell’indagine congiunta Agenas – Bocconi

La pubblicazione realizzata da Agenas e Università Bocconi intende fornire una ricognizione delle realtà organizzative e delle esperienze manageriali già in essere, per supportare l’implementazione di una “cassetta degli attrezzi”, come l’ha definita il direttore generale di Agenas Domenico Mantoan, che le Regioni possono utilizzare qualora necessitino di attivare un ente intermedio, grazie a questa indagine potranno decidere qual è la struttura organizzativa più consona.

Il commento del presidente di Agenas, Enrico Coscioni, è stato il seguente: «spero che la giornata di oggi sia stata di supporto per i vari decisori della sanità che si trovano a fronteggiare sui propri territori i bisogni di salute dei loro cittadini anche attraverso strutture quali quelle oggetto dell’analisi.

L’idea dell’Agenzia è consolidare le informazioni raccolte fino a ora rispetto a questa tipologia di Enti e stimolare al tempo stesso delle riflessioni per progettare insieme nuove strade da percorrere. L’obiettivo, quindi, è porre le basi per la definizione di un modello di ente intermedio a cui le Regioni e le Province Autonome possano ispirarsi per meglio individuare le funzioni da attribuirvi, ottimizzare i processi e consentire un più ampio efficientamento dei SSR».

Le strutture più frequenti

Se si scende un poco nel dettaglio della natura giuridica degli enti intermedi già esistenti, si vede che alcuni sono consorzi pubblici, altri consorzi privati, alcuni sono costituiti come vere e proprie aziende sanitarie e altri come società per azioni. Gli autori del quaderno individuano poi cinque modelli possibili di riferimento, cui i decisori politici possono ispirarsi: holding regionali o di area vasta; tecnostrutture; centrali di servizio; network o consorzi di aziende; erogatori regionali.

Ognuno di questi modelli si presta meglio ad alcune funzionalità e utilizzi, come ben spiegato nelle pagine della pubblicazione: occorre quindi scegliere con attenzione. L’intento di Agenas è ora costituire un Osservatorio Permanente incentrato proprio sugli enti intermedi, anche con la finalità ultima di predisporre una modifica della normativa di riferimento, il D.Lgs. 502/92.