Innovazioni organizzative all’ospedale di Bergamo

Il nuovo ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo presenta una serie di innovazioni sotto il profilo organizzativo. A cominciare dalla progressiva implementazione del sistema di governo della piastra chirurgica, con un tavolo di monitoraggio dell’uso delle 36 sale operatorie.

Come spiega il direttore sanitario, Laura Chiappa, «le innovazioni interessano anche la Psichiatria. I pazienti vengono ospitati in aree che si trovano su due livelli, integrando le équipe provenienti da altrettante strutture complesse, prima fisicamente separate ma che ora stanno lavorando insieme per costruire una scala di valutazione dei bisogno assistenziale in area psichiatrica. Le scale esistenti in letteratura in quest’area, infatti, sono difficilmente applicabili all’attuale realtà italiana delle strutture per la salute mentale. Un’altra novità interessante riguarda l’organizzazione dell’area critica, che prevede un’unica area intensiva e sub-intensiva. Questo assetto ci permette di mantenere alcune specificità, per esempio la Rianimazione cardiochirurgica, quella neurochirurgica o l’area dei trapiantati di fegato, nel contesto più generale di un’elevata flessibilità d’uso delle postazioni, a seconda delle esigenze che si manifestano, liberando risorse preziose. Il modello che stiamo attivando prevede quindi che gli specialisti mantengano la responsabilità della gestione del paziente integrandosi con i colleghi intensivisti, facilitando la condivisione delle competenze professionali e la complementarietà dei ruoli, all’interno del medesimo processo di cura. Lo stesso metodo (analisi dell’esistente, confronto con la letteratura ed elaborazione e verifica di un modello) è stato seguito anche nelle aree mediche e chirurgiche, tanto da inserire in tutte le cartelle cliniche due indici di valutazione, il Karnofsky e il Mews». Dal punto di vista tecnologico, la dotazione di impianti e apparecchiature è notevole. Ci caratterizzano, oltre alla dotazione presente in tutti i grandi ospedali: – una risonanza magnetica a magnete aperto che, disponendo di 270 gradi di campo libero, consente di eseguire l’esame anche a pazienti che soffrono di claustrofobia; – un apparecchio a elevata specializzazione per la radiochirurgia stereotassica, senza bisturi, per trattare tumori difficilmente operabili; – una sala operatoria ibrida con agiografo biplano. Sono in fase di allestimento due sale operatorie dotate di Risonanza magnetica e Tac. È in corso di autorizzazione una risonanza magnetica a tre tesla ad alta intensità di campo. L’attività professionale è supportata da una diffusa informatizzazione che va dalla cartella clinica elettronica, consultabile in tempo reale al letto del paziente grazie a dispositivi mobili al sistema di prescrizione farmacologica informatizzata, fino ai sistemi di distribuzione robotizzata di pasti, biancheria, campioni biologici e altre merci.

Giuseppe La Franca, architetto