Anaao Assomed voleva capire quale fosse l’opinione dei dirigenti sanitari lombardi sugli ultimi mesi di lavoro, così ha creato un questionario e lo ha inviato a 1144 dirigenti delle Agenzie per la Tutela della Salute regionali, chiedendo di rispondere in forma anonima.
Solo 332 hanno aperto la mail e 113 hanno risposto alle domande: tutte e 8 le ATS sono state rappresentate, anche se la maggioranza delle risposte è arrivata dalle ATS dell’Insubria (29,2%) e di Brescia (21,2%).
Per quanto riguarda i Dipartimenti, quelli che hanno risposto di più sono stati il Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria (35,4%), il Dipartimento Veterinario (31%) e quello di Programmazione Accreditamento Acquisto delle Prestazioni Sanitarie e Sociosanitarie (21,2%).
Una delle opinioni più diffuse, che porta il sindacato a sperare in una futura discussione è che le Asl come erano prima della riforma regionale avrebbero risposto in modo più efficace e rapida alla pandemia, soprattutto perché gestivano territori più piccoli: il 50,4% dei partecipanti ha infatti affermato che le Asl avrebbero lavorato meglio, mentre il 26,5% che lo avrebbero fatto molto meglio.
La dimensione del territorio di compentenza dell’ATS ha influito negativamente sulla risposta all’emergenza per il 67% dei partecipanti.
Questo, però, non è il solo punto critico del sistema: da altre risposte si evince infatti che anche la divisione del personale dell’ex Dipartimento di Prevenzione tra ATS e ASST è risultata inadeguata per gestire al meglio l’emergenza.
Vi è poi un altro punto su cui si dibatte molto: la reattività della Regione nell’intervenire per limitare il diffondersi della pandemia.
Le risposte date evidenziano un ritardo nelle indicazioni e nelle direttive fornite dalla Regione, anche per i tamponi, mentre confermano una maggiore reattività a livello delle ATS nel concretizzare i dettami regionali: per il 66,4% dei partecipanti, infatti, la Regione non ha inviato prontamente istruzioni su test, tracciamento dei contagi e dei contatti, mentre le ATS avrebbero poi agito abbastanza prontamente (39,8%).
Da evidenziare che su questo punto c’è una certa discussione anche all’interno dei dirigenti delle stesse ATS, dato che per il 38,1% di questi anche le ATS avrebbero agito con ritardo.
Certo, ora la situazione è migliorata, ma ciò soprattutto grazie a istruzioni più chiare (35,4%) e a un aumentato numero di tamponi (31%).
Da evidenziare che la maggioranza dei partecipanti ha risposto di non sapere le ragioni del miglioramento (38,9%).
Un ultimo punto molto dibattuto riguarda i tamponi effettuati in Regione.
Sono stati pochi? Sono stati giusti? A queste domande i dirigenti che hanno partecipato hanno risposto che se vi è stato un ritardo nell’effettuare i test alle persone in quarantena fiduciaria è stato primariamente per mancanza di chiare indicazioni (62,2%) e poi per mancanza di tamponi (47,7%) e di personale (46,8%).
Anche se il campione rappresenta solo il 10% del totale dei dirigenti delle ATS, l’indagine rivela l’esistenza di criticità che dovrebbero essere discusse per trovare un nuovo assetto regionale che renda il sistema sanitario più responsivo nei confronti di future crisi sanitarie.
01. indagine ANAAO_ATS lombardeStefania Somaré