La sindrome della porta girevole colpisce 16mila italiani l’anno

Operating theatre with nurses and surgeonUn paziente su sei in media, secondo studi internazionali, ritorna in ospedale dopo un ricovero, in larga parte si tratta di persone che hanno subito un intervento chirurgico. «L’hanno chiamata “sindrome da porta girevole” e ne sono particolarmente a rischio gli anziani», spiega il professor Francesco Corcione, presidente eletto della Società Italiana di Chirurgia al congresso di Roma di ottobre. «Un recente studio effettuato su 2,4 milioni di pazienti americani da Keith Kocher della University of Michigan School of Medicine e pubblicato su Lancet ha riscontrato come quasi un paziente anziano su cinque torni al Pronto Soccorso dopo un intervento chirurgico: il 17,3% una volta e il 4,4% più volte nei trenta giorni successivi. L’analisi è stata effettuata su pazienti con più di 65 anni sottoposti ai sei interventi chirurgici più comuni negli Usa: angioplastica, bypass coronarico, aneurisma addominale, frattura di anca, neurochirurgia per la schiena e resezioni del colon per cause oncologiche operati nell’ambito del servizio Medicare che assiste gli over65». In Italia interessa tra il 9% e il 15% dei pazienti ricoverati (dati Iss), mentre la necessità di tornare in ospedale o in sala operatoria dopo la chirurgia coinvolge il 4% dei pazienti. Circa 16mila casi l’anno, le cui cause sono correlate all’intervento come emorragie, infezioni locali o sistemiche, interventi massivi o a cielo aperto, tempi di degenza troppo contratti, dovuti alla necessità di ottimizzare le spese.

Paola Gregori