L’esistenza del “long Covid” è attestata da molti studi in letteratura, anche se con percentuali di prevalenza molto discordanti tra loro, comprese tra il 15% e l’83%. Ciò accade perché non esistono ancora criteri diagnostici chiari e uniformi.

La stessa definizione di long Covid non è propriamente univoca: c’è chi lo indica come “persistenza di sintomi oltre i due mesi” dalla guarigione clinica, chi come “persistenza dei sintomi oltre i sei mesi” e chi come “danno d’organo”. D’altronde, la patologia è nuova e richiede ulteriore studio.

Presso il presidio Columbus della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma è attivo dall’aprile 2020 un Day Hospital Post Covid. Qui l’esperienza dei professionisti porta a indicare che la prevalenza della malattia è dell’80% circa. Inoltre, in uno studio pubblicato nel maggio 2020 su 100 pazienti seguiti dalla struttura, l’ospedale romano evidenzia che più del 50% dei pazienti che hanno avuto forme gravi di Covid-19 lamentano ancora tre o più sintomi a due mesi dalla guarigione microbiologica: si tratta, per esempio, di difficoltà respiratoria, forte sensazione di spossatezza, mal di testa e dolori muscolari.

Ciò che colpisce è che questa sindrome può interessare anche pazienti che hanno avuto forme lievi o addirittura asintomatiche della malattia. L’esperienza sviluppata all’interno del Day Hospital Post Covid del Gemelli ha portato a dimostrare l’efficacia di alcuni integratori nutrizionali nel favorire la ripresa di questi pazienti, associata a un adeguato programma di riabilitazione personalizzata, motoria e respiratoria, e a uno stile di vita corretto.

In particolare, uno studio condotto dall’équipe del dottor Matteo Tosato, il geriatra responsabile del Day Hospital, ha valutato positivamente l’impiego di L-arginina e vitamina C liposomiale.
Nello studio i partecipanti sono stati valutati con una serie di test, tra cui il six minutes walking test, il test della sedia e di esauribilità, che consentono di valutare la capacità di svolgere le normali attività quotidiane o il grado di limitazioni funzionali del soggetto. I partecipanti sono stati anche sottoposti a una serie di valutazioni oggettive dei valori sanguigni, come l’attività dei monociti e la presenza di acidi grassi. Il tutto per un periodo di 30 giorni. I risultati indicano una riduzione della sintomatologia da Long Covid.

Stefania Somaré