L’Università di Harvard ha scelto la Fondazione Don Gnocchi come prima sede italiana del proprio corso internazionale sulla metodologia della ricerca clinica “Principles and Practice of Clinical Research” (PPCR).
Il programma avrà durata di nove mesi e mira ad approfondire gli aspetti della metodologia della ricerca clinica. Fondamenti, disegni di studio, metodi statistici, raccolta, monitoraggio e reportistica dei dati saranno oggetto del corso.
La partecipazione al programma consente ai ricercatori di accedere a una formazione di altissimo livello, basata su evidenze scientifiche e metodologie all’avanguardia, all’interno di un ambiente internazionale e interattivo.
I ricercatori della Fondazione Don Gnocchi impareranno a condurre studi clinici rigorosi, etici accrescendo le proprie competenze e contribuendo allo sviluppo di una ricerca sempre più orientata al servizio della persona.
Il coordinamento del gruppo italiano sarà affidato a Cristina Messa, professoressa e direttrice scientifica della Fondazione Don Gnocchi, e ad Alessia Gallucci, psicologa e ricercatrice presso l’Istituto Palazzolo della Fondazione Don Gnocchi.
Cristina Messa ha commentato con grande soddisfazione: «Per la Fondazione è un importante riconoscimento del valore scientifico del lavoro svolto dai suoi professionisti nell’ambito della ricerca clinica e traslazionale, a conferma della reputazione e della credibilità scientifica costruite nel tempo a livello nazionale e internazionale».
A sostegno degli studenti iscritti, la direzione scientifica della Fondazione Don Gnocchi ha bandito due borse di studio dedicate ai ricercatori della Fondazione: «Un gesto concreto – continua Cristina Messa – che testimonia la volontà della Fondazione di investire nelle competenze dei propri professionisti e di promuovere una cultura della ricerca clinica solida, rigorosa e condivisa».
Alessia Gallucci ha aggiunto: «Diventare site italiano di un’iniziativa formativa promossa dall’Università di Harvard non è solo un motivo di orgoglio per la Fondazione Don Gnocchi, ma anche una responsabilità verso il futuro della sanità e della ricerca. Questa nuova tappa rafforza il percorso della Fondazione nella promozione di una cultura scientifica capace di generare valore per i pazienti, per i professionisti e per tutta la comunità, e il suo contributo nella costruzione di un sistema sanitario più competente, innovativo e orientato alla qualità della cura».
