Parkinson, evoluzioni nella DBS

Parkinson, evoluzioni nella DBSUn gruppo di ricercatori italiani, guidato da Alberto Priori del Centro di Ricerca Aldo Ravelli per le Terapie Neurologiche Sperimentali dell’Università degli Studi di Milano presso l’ASST Santi Paolo e Carlo sta lavorando a una evoluzione della Deep Brain Stimulation convenzionale.
L’intento è di realizzare uno strumento in grado di stimolare il cervello dei pazienti parkinsoniani in modo adattativo, seguendo le esigenze cliniche del paziente.

«La DBS convenzionale», spiega Paolo Rampini, direttore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia del Fondazione Irccs Ca’ Granda Policlinico di Milano, «ha costituito il maggiore progresso della terapia del Parkinson negli ultimi vent’anni, rivoluzionando completamente la qualità della vita dei pazienti in fase avanzata di malattia con scarsa risposta ai farmaci. A vent’anni dalla sua introduzione tuttavia si sono manifestati alcuni limiti della metodica convenzionale: primo fra tutti il fatto che la stimolazione viene erogata in modo costante al cervello del paziente con una intensità per forza di cose media».

Questa tecnica adattativa è stata testate per 8 ore in 13 pazienti parkinsoniani, dimostrandone l’efficacia, equiparabile a quella della DBS tradizionale, e la sicurezza.
Tale tecnica, infatti, oltre a ridurre il consumo di batteria del dispositivo, e quindi prolungarne la vita, riduce gli effetti collaterali tipici della DBS tradizionale, tra cui i movimenti involontari.
Ovviamente gli stimolatori utilizzati per la aDBS sono specifici e sono stati sviluppati da uno spin-off dell’Università degli Studi di Milano e del Policlinico di Milano, Newronika, fondato dallo stesso Alberto Priori.
Tali device saranno pronti per essere commercializzati e impiantati nei pazienti entro i prossimi 18-24 mesi. Allo studio hanno collaborato anche la Fondazione Irccs Ca’ Granda Policlinico di Milano, l’Università degli Studi di Trieste e centri di fama internazionale nell’ambito della DBS, come le Università di Toronto, di Grenoble e di Wurtzburg.

Stefania Somaré