Ricercatori italiani sviluppano nuovo acceleratore compatto per adroterapia

Il prof. Ugo Amaldi (al centro) con il gruppo dei giovani ricercatori del Cern impegnati nel progetto
Il prof. Ugo Amaldi (al centro) con il gruppo dei giovani ricercatori del Cern impegnati nel progetto

La protonterapia è un’innovativa branca della radioterapia che, attraverso l’irradiazione con un fascio di protoni, consente di colpire in modo accurato solo il bersaglio tumorale, evitando i tessuti sani circostanti. In questa direzione si sta sviluppando al Cern di Ginevra un nuovo acceleratore lineare compatto per protonterapia. Al progetto sta lavorando un gruppo di giovani riceratori italiani. Gli acceleratori oggi usati sono circolari e si distinguono in ciclotroni e sincrotroni. La Fondazione Tera lavora dagli anni ’90 alla progettazione e costruzione di acceleratori lineari (linac) che sono più leggeri e facili da installare, ma producono anche un fascio di protoni più adatto alla terapia di precisione di tumori che si muovono durante l’irradiazione, a causa del ciclo respiratorio del paziente. Le sue caratteristiche sono particolarmente vantaggiose per i bambini. I protoni vengono iniettati nel linac da un ciclotrone speciale, la cui energia è di 24 milioni di elettronvolt (MeV) anziché di 19 MeV, che è la massima energia dei ciclotroni per medicina nucleare installati in Italia. I fasci di questo ciclotrone potranno essere utilizzati per la produzione di radioisotopi esotici non ancora prodotti in Italia, ampliando in questo modo sia le capacità diagnostiche sia le possibilità di successo delle terapie oncologiche. Il prototipo in corso di realizzazione sarà tanto leggero da essere montato su un sistema meccanico che ruota intorno al lettino dove è sdraiato il paziente e occupa una superfice di circa 200 mq, inferiore a quella necessaria ai Centri di protonterapia oggi in uso. Il progetto al quale lavorano gli undici giovani ingeneri e fisici italiani, coadiuvati da esperti del Cern, nasce da Fondazione Tera ed è sostenuto con un finanziamento di 300mila euro da Fondazione Just Italia. I centri italiani che dispongono di acceleratori per questo tipo di irradiazioni sono attualmente solo tre: a Pavia (Cnao), Trento e Catania. Proprio per questo l’obiettivo di Tera e Fondazione Just Italia è realizzare un’apparecchiatura più piccola e meno costosa ma efficace che possa essere adottata da un maggior numero di ospedali, ampliando così il numero di pazienti da sottoporre alle curepiù avanzate. Secondo l’Airo (Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica) dovrebbe essere irradiato con fasci di protoni il 12% circa dei centoventimila pazienti italiani che ogni anno sono irradiati con fasci di raggi x.
«L’adroterapia con fasci di protoni è una delle terapie più innovative e di maggiori prospettive in campo oncologico», ha commentato il prof. Roberto Orecchia, membro del Consiglio della Fondazione Tera, di recente nominato direttore scientifico dello Ieo. «Per questo è importante che il progetto in via di sviluppo presso il Cern si concluda positivamente e in tempi rapidi e che sia possibile comunicare alla comunità scientifica, alle strutture ospedaliere e all’opinione pubblica che le nuove ed efficaci opzioni per la cura dei tumori solidi, compresi quelli dei pazienti pediatrici, sono concrete e saranno a breve accessibili a un numero molto più ampio di malati».