Un’indagine dell’Irccs Galeazzi e dell’Università Statale di Milano ha rilevato un alto
coinvolgimento polmonare nei pazienti provenienti dal focolaio di Codogno.
È stata pubblicata su Radiology un’indagine realizzata dall’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano – in collaborazione con le Università degli Studi di Milano, Pavia e Palermo, il Centro Medical Radiologico di Codogno e la Radiologia della Casa di Cura San Camillo di Cremona – che documenta in maniera dettagliata la compromissione polmonare in soggetti non sintomatici o poco sintomatici per Covid-19 nella zona rossa del lodigiano.

Il 20 febbraio è stato individuato il primo caso di Covid-19 a Codogno e il 23 febbraio è stata imposta una quarantena di 14 giorni alla popolazione nella stessa città e in dieci comuni limitrofi.
Al termine del periodo di quarantena un centro radiologico codognese ha ricevuto un’alta e anomala richiesta di radiografie al torace da parte della popolazione.

Alcuni pazienti sono stati inviati dai medici di base, altri invece si sono presentati spontaneamente per sottoporsi a un controllo, preoccupati dall’evolversi della malattia.
Tutti i pazienti provenivano da un ambiente ad alto contagio e a elevato rischio di trasmissione del virus.

«Il lavoro dei ricercatori del Galeazzi e dei colleghi delle università e delle radiologie», spiega il professor Luca Maria Sconfienza, responsabile dell’Unità di Radiologia diagnostica e interventistica all’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi e professore all’Università Statale di Milano, tra gli autori del paper, «si è focalizzato sull’analisi retrospettiva delle radiografie al torace eseguite post-quarantena.

I pazienti che richiedevano la rx non riferivano particolari malesseri oppure solo sintomi piuttosto vaghi, come febbricola e avvisaglie parainfluenzali, ma nessuno manifestava chiari sintomi da Covid-19».

In una sola settimana è stato riscontrato come 100 radiografie al torace su 170 (circa il 60%) presentavano immagini riconducibili a una polmonite interstiziale bilaterale, quindi altamente sospette e riferibili alla polmonite correlata al Covid-19.
Il coinvolgimento era bilaterale in tutti i casi: nel 54% dei pazienti il coinvolgimento era simmetrico, mentre le anomalie dei raggi x al torace erano maggiori su un lato del torace nel 46% dei casi.

«Le radiografie del torace ci hanno pertanto fornito informazioni sul coinvolgimento polmonare in questi pazienti, provenienti da un focolaio di Covid-19 ad alta prevalenza.
Questi risultati supportano i dati che stanno emergendo in merito alla trasmissione della patologia in soggetti asintomatici o poco sintomatici, che quindi possono risultare positivi al virus e pertanto contagiosi anche in assenza di sintomi e anche dopo due settimane di quarantena», conclude il professor Sconfienza.