Toscana: le Università sempre più parte del SSR

Toscana: le università sempre più parte del SSRLa collaborazione tra Sanità regionale e Università del territorio è sempre più importante: si deve a questa collaborazione, infatti, una formazione di personale che possa rispondere appieno ai fabbisogni del territorio, così come ricadute positive nei sistemi sanitari regionali provenienti da ricerca biomedica e clinica.

Ecco quindi che lo scorso 5 febbraio Regione Toscana ha firmato un protocollo d’intesa con l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Siena e con l’Università di Pisa. Il protocollo intende creare un sistema sanitario integrato regionale e un sistema didattico scientifico universitario che perseguano gli stessi obiettivi.

Ovviamente avranno un ruolo, in questa integrazione, le Aziende ospedaliero universitario della regione, in quanto naturalmente anelli di unione tra i due mondi.

Tra i punti presi in considerazione dal protocollo, vi sono: assistenza; attività didattica e formativa, in cui le università toscane rientrano per formare gli operatori sanitari stessi, con in più la ricerca di un modello didattico omogeneo su tutto il territorio regionale o di Area Vasta; ricerca, sperimentazione clinica e innovazione, promosse da Regione e Università insieme, con particolare tensione verso la traslazione dei risultati della ricerca nell’opera clinica, anche attraverso la partecipazione a bandi di finanziamento nazionali e internazionali; contributo dell’Università nell’elaborazione della programmazione socio sanitaria integrata; le aziende sanitarie si impegnano a definire una regolamentazione interna in merito all’attività libero professionale dei medici in formazione specialistica.

Il protocollo sancisce inoltre la nascita dell’Osservatorio Regionale per la Formazione Medico-Specialistica, il cui compito è definire e valutare gli standard di attività assistenziali dei medici in formazione specialistica, ed è tenuto a fornire elementi di valutazione all’Osservatorio Nazionale.

Tale osservatorio è composto da: 7 docenti universitari, 7 dirigenti sanitari, 3 rappresentanti dei medici in formazione specialistica, uno per ogni Università, il direttore della Direzione regionale competente in materia di diritto alla salute.

Stefania Somaré