Lunedì 6 aprile è iniziata la fase operativa del presidio ospedaliero alla Fiera di Bergamo con il trasferimento dei primi quattro pazienti dalle degenze dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, da cui dipende la nuova struttura.

A seguire nei prossimi giorni Emergency inizierà a gestire il modulo da 12 posti letto di Terapia Intensiva attraverso il suo staff composto da 10 medici, 14 infermieri, 4 fisioterapisti, 4 OSS, 1 tecnico di laboratorio, 1 tecnico di radiologia, alcuni dei quali hanno lavorato in Sierra Leone durante l’epidemia di Ebola.
Le conoscenze maturate dagli esperti di Emergency sono state fondamentali fin dalle fasi di progettazione del nuovo ospedale.

Nel presidio medico alla Fiera si applicheranno gli stessi protocolli e terapie in uso al Papa Giovanni XXIII per il trattamento dei pazienti Covid-19.

Un altro modulo da 8 posti di Terapia Subintensiva è affidato al personale militare russo, 8 medici rianimatori e 8 infermieri specializzati.

Un ulteriore modulo da 20 posti letto di degenza ordinaria Covid per pazienti meno critici sarà operativo grazie a 12 medici e 31 infermieri, oltre a personale tecnico e di supporto reclutati dal Papa Giovanni XXIII grazie ai bandi di Regione Lombardia e della Protezione Civile e all’adesione dei volontari dell’Associazione Nazionale Alpini.

In totale, nella fase di avvio si prevede di attivare 40 posti letto.

«Abbiamo curato ogni dettaglio e le prove generali di domenica pomeriggio ci hanno convinto che tutto è pronto per partire. La nostra principale preoccupazione in questa fase si concentra sulla correttezza e sulla sicurezza dei protocolli e dei percorsi», ha spiegato Oliviero Valoti, direttore dell’Emergenza intra-extra ospedaliera dell’ASST Papa Giovanni XXIII e responsabile sanitario del presidio ospedaliero alla Fiera di Bergamo. «Per arrivare a potenziare ulteriori posti disponibili serve personale specializzato che garantisca una certa continuità, di almeno mesi. Sono in corso le diverse procedure di reclutamento».

L’Ospedale è stato organizzato e realizzato dall’Associazione Nazionale Alpini, grazie al personale della Sanità Alpina, che gestisce l’Ospedale da campo Ana, e della Protezione Civile Ana. Ottenuto il via libera delle Autorità sul progetto, l’allestimento della struttura all’interno dei padiglioni della Fiera di Bergamo è stato portato a termine in soli 8 giorni.

La rapidità e il successo dell’operazione sono stati garantiti dall’impegno di circa 500 volontari, coordinati dall’ANA: tra questi circa 300 volontari, tra artigiani bergamaschi (carpentieri, elettricisti, cartongessisti, idraulici e imbianchini), 150 volontari della Sanità Alpina e 40 della logistica della Protezione Civile Ana. Fondamentale è stato poi il generoso e tangibile supporto di numerosissimi donatori, sia a livello locale sia nazionale.

Per il prosieguo della gestione dell’Ospedale, la Sanità Alpina utilizzerà a turno 150 volontari in ambito sanitario e circa 40 volontari della Protezione Civile Ana che garantiranno la logistica finché l’Ospedale resterà in funzione. Il servizio di sicurezza sarà assicurato, a turno, da 30 volontari certificati delle Squadre dell’Antincendio Boschivo Ana.

Anche lo staff della direzione dell’Ospedale di Bergamo ha seguito da vicino gli ultimi passaggi: l’ottenimento dell’autorizzazione da parte di ATS e la cura degli aspetti assicurativi. Le prove generali di domenica pomeriggio hanno dato esito positivo.

«Questo ospedale è frutto di un’azione sinergica tra realtà diverse», ha dichiarato Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII. «Credo che questa vera e propria impresa rimarrà nella storia di questa città».